«Al di là di ogni dubbio, la Cina sta sfruttando l’invio delle sue mascherine sanitarie allo scopo di ottenere una futura influenza politica. La generosità insincera ha un prezzo». Così Joshua Wong, leader del partito Demosisto e degli studenti di Hong Kong, mette in guardia l'Italia. Parlando con l'Agi, Wong, che lo scorso anno ha capeggiato le durissime proteste per la democrazia a Hong Kong, chiede al nostro Paese di non abbassare la guardia per evitare di trasformarsi in «una provincia in più della Repubblica Popolare Cinese». Il timore è che Pechino «si stia comprando l’Italia. Se il governo italiano mancherà di proteggere la nazione contro le ambizioni autocratiche della Cina, le conseguenze di una perdita di sovranità e di autonomia saranno ancora più disastrose». Il giovane leader punta anche il dito contro il governo di Pechino, responsabile di omissioni e censure sui dati sanitari. Il coronavirus «è ben più di una semplice malattia: si tratta di una sequela di errori prettamente umani. Poteva essere contenuta se i medici che la denunciarono non fossero stati incarcerati. E anche adesso le autorità di Pechino stanno continuando a mettere il bavaglio alle critiche che circolano sul web nei confronti della cattiva gestione dell’epidemia da parte del governo», insiste Wong. «Per mantenere bassi i numeri delle statistiche ufficiali sui casi accertati, gli ospedali cinesi adesso rifiutano l’accettazione di nuovi pazienti, mentre quelli ancora in via di guarigione sono costretti a terminare il trattamento e i pazienti asintomatici non sono conteggiati nella casistica totale, secondo quanto riferiscono numerosi organi di informazione». Infine, un pensiero solidale: «Noi hongkonghesi siamo tutti quanti al fianco di ciascun italiano. E sono sicuro che potremo superare questi difficili momenti in poco tempo».