Il decreto legge cosiddetto Cura Italia è di imminente pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e tra poco si disporrà di una sua versione ufficiale. Oltre alla parte che riguarda i termini processuali ed il processo civile si tratta di una serie di provvedimenti che vanno ad incidere su una situazione di emergenza e nello spirito di sostegno alla economia. Non solo gli studi professionali sono per lo più chiusi ma avendo come clienti soggetti che saranno colpiti da una inevitabile crisi finanziaria e di liquidità a seguito della cessazione delle attività, varie categorie si troveranno nella difficolta di riscuotere i crediti professionali. Il ritardo con il quale è stato emanato il decreto ha destato non poche incertezze sulla sospensione degli adempimenti tributari in scadenza il 16 marzo solo in parte fugate dal comunicato stampa che ne aveva anticipato il contenuto. Risulta irragionevole la proposta di estendere i termini di accertamento di ulteriori due anni. Là sospensione dei debiti tributari non risolve i problemi differendoli solo in un momento più critico ( fine maggio). Occorre pensare ad una riduzione delle imposte dovute considerando la impossibilità ( nel periodo che andrà sicuramente oltre maggio- giugno) di produrre risorse idonee a fronteggiare tali obblighi. Risulta esteso l'istituto della cassa integrazione anche in favore delle libere professioni. Occorre che esso sia disciplinato in modo accessibile e semplice senza che per fruirne i dipendenti siano costretti ad utilizzare permessi e ferie maturate. Con grande stupore gli iscritti alla cassa hanno appurato di essere esclusi dal bonus una tantum divenuto poi un bonus mensile per poi intravedere una sorta di fondo residuale o di «ultima istanza» ( che prevede una dotazione di 300 milioni di euro) e di cui non si conoscono i criteri di selezione considerato che esso sarà insufficiente. Occorre che la somma sia in ogni caso erogata e non compensata. Ci sono circa 400 mila iscritti negli ordini professionali tra avvocati commercialisti e consulenti del lavoro. Tra tutte le professioni al 2018 circa 566 mila iscritti con circa 750 mila dipendenti. Occorre che il governo stanzi, comunque, un importo adeguato considerando le conseguenze lavorative che la emergenza deve affrontare. Nulla viene previsto in analogia alle imprese che beneficiano di un credito fiscale per crediti incagliati con riferimento al patrocinio spese dello Stato. Risulta indispensabile stante la situazione eccezionale concedere il diritto facoltà dell'avvocato a compensare i crediti per patrocinio a spese dello stato senza limiti per tutte le imposte. Tutte richieste che il Cnf pone insieme ad altre migliorative tra le proprie richieste a tutela della avvocatura e delle libere professioni colpite dalla grave emergenza. * Coordinatore commissione tributaria Cnf