Terzo giorno di lezioni sospese nelle scuole italiane. Terzo giorno senza misure ad hoc per venire incontro alle esigenze di milioni genitori italiani, che, immagino, si siano trovate nella stessa situazione di mia moglie mercoledì pomeriggio: c’era da spiegare a nostra figlia perché sarebbe rimasta a casa per 10 giorni senza andare in classe e, contemporaneamente, districarsi smartphone sempre connesso e televisione accesa tra il rincorrersi di annunci e smentite che arrivavano da Roma, cercando anche di capire come conciliare il nostro lavoro con la chiusura della scuola e del nido dei bambini.

E, così, mentre i genitori devono industriarsi per trovare soluzioni adeguate alla decisione presa dal governo mercoledì scorso, dallo stesso esecutivo si susseguono voci, dichiarazioni, agenzie su ipotesi di misure, progetti allo studio, proposte sul punto di essere presentate. Una diacronia tra provvedimenti immediatamente esecutivi e interventi annunciati che rischia di creare un cortocircuito decisamente delicato per gli italiani tra corsa alla baby- sitter, permessi non retribuiti, ferie richieste in tempo di record o convocazione d’urgenza dei nonni, col rischio, peraltro, di esporre la categoria più sensibile al Corona Virus al contatto diretto con i bambini.

Come ha ammonito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questo non è il momento di polemiche strumentali, ma della collaborazione, dell’unità e della fiducia per vincere tutti insieme la sfida dell’epidemia e, quindi, è giusto sottolineare che, in una fase tanto eccezionale quanto delicata, non ci sono ricette perfette o strade facilmente percorribili. Per questo le famiglie italiane - pur dovendo far i conti con non poche difficoltà, peraltro accompagnate dalla preoccupazione per la diffusione di Covid- 19 – sono in paziente e fiduciosa attesa di quel pacchetto di misure che renderebbe più facile la quotidianità nella stagione, speriamo breve, delle scuole chiuse per il Corona Virus. Una pazienza e una fiducia delle quali, però, la politica non deve abusare. A questa apertura di credito occorre dare risposte in tempi più rapidi possibili. Attendere troppo metterebbe in drammatica difficoltà milioni di famiglie e getterebbe nuovo discredito sulla politica. Serviranno misure che, inevitabilmente, avranno un peso economico rilevante e un impatto anche sui nostri conti pubblici, ma non è questo il momento di vivere nell’ossessione del rigore. La stessa Unione Europea, come ha avuto modo di sottolineare il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, è pronta a guardare oltre l’austerity e si è mostrata disponibile a concedere quei margini di flessibilità prevista in caso di eventi eccezionali.

Le proposte non mancano: reintroduzione del voucher baby- sitter ( cancellato dall’ultima legge di Bilancio), congedo parentale per uno dei genitori, ampliamento dello smart working e misure adeguate ai lavoratori autonomi. È nella capacità di dare risposte ai cittadini in fasi così delicate che governo e forze politiche di maggioranza e opposizione devono dar seguito a quella responsabilità che tante volte invocano strumentalmente. E responsabilità servirà da qui alla fine della prossima settimana quando si avvicinerà la fine della sospensione delle lezioni decisa quattro giorni fa. Sarebbe intollerabile assistere al brutto spettacolo di mercoledì scorso tra indiscrezioni fatte filtrare alla bisogna, smentite ufficiali a favore di telecamera e provvedimenti varati nel tardo pomeriggio. La decisione, quale che essa sia, dovrà essere annunciata in tempi adeguati all’organizzazione familiare e dovrà, inoltre, essere accompagnata - senza ulteriori ritardi - da un pacchetto di interventi economici e di sostegno ai genitori capaci di coprire totalmente l’eventuale nuovo periodo di sospensione dell’attività didattica. Quante possibilità ha questo auspicio di diventare realtà? A guardare il balletto di indiscrezioni che da 48 ore rimbalzano sui quotidiani – “si torna a scuola il 3 maggio” o “tutti in classe dopo Pasqua”, solo per citare le date più gettonate – non molte. Ma, con fiducia, senza ansia e con quello di spirito di collaborazione richiamato dal presidente Mattarella aspettiamo. Responsabilmente, sperando che la politica sappia decidere con altrettanto rispetto per le parole del Quirinale.