«Non voglio pensare al peggio, ma la sensazione è che ci saranno tanti altri risvolti negativi». Il presidente dell’ordine degli avvocati di Lodi, Angela Maria Odescalchi, non nasconde la sua preoccupazione a seguito dei contagi da Coronavirus in diversi comuni del lodigiano. Quello di Lodi è uno degli ordini degli avvocati della Lombardia più piccoli per numero di iscritti (450). Odescalchi ha lo studio nel capoluogo, che non rientra nella zona rossa, e ha libertà di movimento in questi giorni. «Attualmente – dice Odescalchi a Il Dubbio - la situazione è critica. Oltre cento colleghi sono impossibilitati a spostarsi e lavorare, perché vivono nella zona rossa che comprende Codogno, Castiglione d’Adda, e Casalpusterlengo. Un duro colpo per la nostra professione». Dopo i primi contagi da Coronavirus vi siete immediatamente allertati? Abbiamo subito preso alcune iniziative. La situazione è diventata difficile già due settimane fa e il problema del contagio è stato sottovalutato un po’ da tutti anche nel tribunale di Lodi. I primi accorgimenti per evitare il contagio nel tribunale non hanno interessato subito i legali. Abbiamo preso coscienza del problema dopo qualche giorno e forse questo ci ha penalizzati un po’. Avete sensibilizzato le istituzioni, comprese quelle forensi? Lo scorso 26 febbraio ho scritto una lettera al Presidente del Consiglio, al ministro Bonafede, al Cnf e ai vertici della magistratura lombarda per chiedere la sospensione dei termini processuali e sostanziali ed il rinvio delle udienze. Credo che con il Decreto Legge 9/2020 siano state prese in considerazione alcune delle nostre istanze. Molti iscritti del suo ordine sono di Codogno e Casalpusterlengo. Cosa le segnalano in questi giorni? Codogno, situata tra Lodi e Piacenza, è una città molto attiva da un punto di vista commerciale ed industriale. I contraccolpi di questa emergenza sono sotto gli occhi di tutti. Tra Codogno e Casalpusterlengo si trova un numero molto alto, una ottantina circa, di avvocati costretti all’isolamento. Abbiamo assistito in questi giorni a scene che mai ci saremmo immaginati. Colleghi ai check-point allestiti per impedire l’ingresso degli estranei nelle zone rosse che consegnavano ad altri avvocati documenti per vari adempimenti in tribunale. Come vi tenete in contatto con questi colleghi? Abbiamo attivato una chat su whatsapp con la quale tutti gli iscritti possono scambiarsi informazioni. Un modo per rafforzare pure il senso di appartenenza e cercare di superare insieme questo momento difficile L’emergenza Coronavirus ha creato panico e preoccupazione tra gli avvocati di altri fori? Certo. Non sono mancati fenomeni che non è azzardato definire di discriminazione verso gli avvocati di Lodi. Ad un nostro collega qualche giorno fa è stato impedito di entrare in aula di udienza nel tribunale di Busto Arsizio. Questo caso mi è stato segnalato dal presidente degli avvocati di Busto, Angelo Proserpio.