"Ho personalmente constatato in data odierna che dalle ore 11,00 alle ore 13,30 non era presente alcun addetto incaricato alla disinfezione degli ambienti del Palazzo di  Giustizia. Con testimoni ho praticato la Piazza Coperta e tutti i piani della Torre A,della Torre B e della Torre C, ivi compresi i locali bagno, ed ho rilevato il totale deserto". Inizia così la lettera che il presidente del Coa Napoli, Antonio Tafuri, ha inviato ai Capi Uffici Giudiziari Corte Appello Napoli e avente per oggetto: "Riscontro il Vostro odierno comunicato congiunto per contestare formalmente tutto quanto asserito". Tafuri spiega infatti che "L'unica disinfezione praticata è stata quella dei locali del Consiglio dell'Ordine, a nostra cura e spese mediante ditta specializzata, con personale munito di tuta e attrezzatura per la disinfezione. Tale disinfezione è iniziata alle ore 7,00 ed è terminata nei locali del Palazzo di Giustizia alle ore 12,00". "Peraltro - aggiunge Tafuri - nella stragrande maggioranza dei bagni non vi erano dispensatori di sapone e, là dove vi erano 1 o due dispensatori, gli stessi erano vuoti. Per non parlare dei liquidi igienizzanti che, benchè da me richiesti sin da domenica sera 23.2.20 con il messaggio via WhatsApp delle ore 18,29". E ancora: "Aggiungo che nella seduta di ieri 28.2. u.s. il Consiglio dell'Ordine ha rilevato numerose criticità e insufficienze del provvedimento da Voi emesso cd."Linee Guida",in quanto l'organizzazione delle udienze continua ad essere inadeguata a liberare i corridoi e gli androni del Palazzo di Giustizia, dove si verificano assembramenti di avvocati (e di tanti altri soggetti legittimati) in attesa di discutere le udienze in una situazione insostenibile ed insalubre. Vi invito e diffido a chiedere immediatamente alle Autorità competenti (Prefetto di Napoli e Presidente della Regione Campania) provvedimenti intesi ad analizzare la situazione di emergenza presso il Foro di Napoli sulla base del dato certo ed incontestabile che, allo stato, gli unici casi di positività riscontrati a Napoli sono quelli che hanno riguardato Avvocati. Ciò imporrebbe la sospensione delle udienze per evitare la indiscriminata diffusione del contagio tenuto conto che gli avvocati contagiati, nella inconsapevolezza del loro stato, hanno continuato a lavorare ordinariamente", conclude l'avvocato Antonio Tafuri.