Chiusa, per ora, la partita sulla riforma della prescrizione, sul tavolo di palazzo Chigi arriva il dossier sui decreti sicurezza voluti da Salvini che il Quirinale ha chiesto di "rivedere". Ma anche in questo caso, come nel caso della Giustizia, c'è il rischio che si possano creare nuove crepe in maggioranza. Se da una lato sono tutti convinti che sia impensabile non tener conto dei "rilievi" del Colle, dall'altro c'è una parte della maggioranza, Leu e Iv e Pd, che vorrebbero andare ben oltre quei rilievi e smontare il cuore stesso dei decreti tanto cari a Salvini. E non è un caso che ieri il movimento delle Sardine e il leader leghista si siano affrontati a distanza proprio sul tema dei decreti sicurezza. Con le prime che ne chiedono la cancellazione e il secondo che replica: "Una follia, così si aiutano le mafie". Insomma, distanza siderali che, in qualche modo, seppur con le debite proporzioni, rischiano di ridividere l'esecutivo. In ogni caso oggi la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese porterà le proposte sul tavolo e saranno le forze di maggioranza nel vertice convocato dal premier Giuseppe Conte a decidere il perimetro e se dare il via libera solo ai cambiamenti legati ai rilievi del Capo dello Stato. Come detto, Pd (con delle differenze di vedute al proprio interno), Iv e Leu puntano ad andare oltre alle indicazioni arrivate dal presidente della Repubblica nelle due lettere al premier Conte (a ottobre 2018 e agosto 2019), ma il confronto è soprattutto con i Cinque stelle che di Salvini sono stati alleati all'epoca dei provvedimenti e che - questa la linea dell'ala del Movimento che fa riferimento a Di Maio - frenano sulla possibilità di allargare troppo le maglie.