"La giustizia deve sempre esprimere un volto umano" e "bilanciare le esigenze di tutti" ed " è evidente che i processi troppo lunghi si tramutano in un anticipo di pena anche se l'imputato non è in carcere": lo ha affermato, la presidente della Corte costituzionale, Marta Cartabia, in un'intervista a Repubblica. "Il carcere - ha poi aggiunto la presidente Cartabia - rispecchi il volto costituzionale della pena e dia al detenuto una seconda chance, partendo dal luogo più  remoto della società qual e' appunto il carcere, la Corte sta portando la Costituzione ovunque. Perché la Costituzione e i suoi valori vivono e muoiono nella società". Sulla Spazzacorrotti, Cartaba ha sottolineato che "la Corte ha semplicemente applicato uno dei principi fondamentali della civiltà giuridica in materia penale che vieta l'applicazione delle leggi più severe ai fatti commessi prima della loro entrata in vigore". "La Spazzacorrotti ha inasprito il regime penitenziario per i reati contro la pubblica amministrazione, assimilandoli a quelli di criminalità organizzata e terrorismo, ed è stata applicata anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore", ha osservato. "La nostra decisione ha colpito non la legge, ma la sua interpretazione retroattiva, con una sentenza che tecnicamente definiamo 'interpretativa di accoglimento'", ha osservato. La presidente della Consulta ha assicurato che "la Corte non agisce mai come l'avversario politico di una parte. La Corte e' garante della Costituzione, che e' la casa comune di tutti, come diceva Giorgio La Pira". E sul dibattito sulla riforma della prescrizione, senza entrare nel merito ha osservato che "e' evidente che i processi troppo lunghi si tramutano in un anticipo di pena anche se l'imputato non e' in carcere".