La premiata ditta Matteo& Matteo, il Matteo che aveva Palazzo Chigi in tasca e se l’è giocato mutando una riforma costituzionale in un referendum su se stesso, e l’altro Matteo, quello che aveva Palazzo Chigi in tasca e se l’è giocato in spiaggia con un mojito, un’idea per l’Italia ce l’hanno. Sostituire Giuseppe Conte, chessó, con Mario Draghi. Sembra una barzelletta, ma non di quelle che racconta Berlusconi: davvero qualcuno può credere che l’ex presidente della Bce, l’uomo che ha combattuto per 9 anni contro le crisi dei debiti sovrani, salvando l’euro e praticando quel che si poteva in termini di politica economica europea, stia aspettando una chiamata dei due Mattei? E che risponderebbe loro positivamente?

Che i due credano alle loro stesse illusioni, entrambi con illusoria fortuna, è cosa di cui son purtroppo piene le cronache della politica quotidiana. Ma lanciare nell’agone a capocchia quel nome ( mentre Giorgetti ai giornalisti allunga sempre lo stesso ideale biglietto da visita, “io sono uno che parla con Draghi”...) rischia di servire solo a una cosa: a rivelare che anche Matteo& Matteo sanno che Conte resterà lí dov’è. Non perché sia il migliore dei premier possibili: perché non c’è al momento nessuna personalità, e tantomeno il quadro politico, pronto alla sostituzione.