I nervi sono tesi, le soluzioni ancora incerte. Lo scontro sulla prescrizione sta dilaniando la maggioranza di governo: 5 Stelle, Pd e Leu in un angolo, Italia Viva in quello opposto. I prossimi passi prova a indicarli il deputato renziano, Ettore Rosato. Ripartiamo dal vertice della settimana scorsa: cosa è successo e come mai il confronto è arrivato a un punto morto? Noi siamo ancora molto interessati a confrontarci e, anzi, credo sia necessario farlo. Pretendiamo, però, una presa di coscienza: il tema della prescrizione è diventato così importante perché è stato isolato dal ragionamento complessivo sulla riforma del processo penale ed estrapolato in modo pretestuoso e strumentale da parte del governo gialloverde, che ha approvato il provvedimento Salvini-Bonafede. Il confronto deve ripartire dalla necessità, oggi, di fare una riforma complessiva del processo penale. Nel frattempo, però, la legge Bonafede è entrata in vigore. Per questo noi diciamo di congelare questa riforma, che noi non condividiamo e che, anzi, è ancora più sbagliata proprio perchè non si è ancora fatto nulla per velocizzare il processo penale. Cosa non convince del lodo Conte bis? Italia Viva lo considera incostituzionale perchè non parte dall'assunto che si è condannati solo dopo il terzo grado di giudizio. Inoltre, i tentativi di distinzione nel primo e nel secondo grado producono la paradossale situazione per cui, dopo una condanna in primo grado, ci si potrebbe trovare nella situazione in cui il secondo grado non si celebra mai. Questo è un problema sia per chi è sottoposto a giudizio, ma anche per le vittime che non avranno mai una risposta definitiva da parte dello Stato. Sul fronte dem, Orlando sostiene che con la vostra posizione fate il gioco dei 5 Stelle, perchè il lodo Conte bis mitiga molto gli effetti negativi della legge di Bonafede e l’ostruzionismo favorisce il mantenimento dello status quo. Per non mantenere lo status quo, basterebbe che Orlando difendesse la norma Orlando: così il risultato finale cambierebbe immediatamente. Se il Pd dimostrasse coerenza con le posizioni assunte solo pochi mesi fa, quando insieme contestavamo l’incostituzionalità della legge Bonafede, il problema sarebbe già stato risolto. Al netto di questo, però, non capisco come mai Bonafede si intestardisca a difendere una norma che magistrati, avvocati e costituzionalisti contestano in punta di diritto e non sotto il profilo politico. Quanto potrete rimanere fermi sulle vostre posizioni? Siete comunque in una coalizione, luogo di mediazione per antonomasia. Noi non siamo stati affatto fermi. Eravamo per l’abolizione della norma e abbiamo accettato il principio della sua sospensione, in attesa di una riforma complessiva del processo penale. Mi sembra ci sia una bella differenza. Si ipotizza di inserire la norma di modifica, che pure voi non avete condiviso, nel Milleproproghe. Perchè lei ha detto che «sarebbe uno scandalo»? Perchè il testo del decreto Milleproroghe presentato al Presidente della Repubblica non presentava questa norma. Inserirla in modo surrettizio, dopo che per mesi ci è stato detto che comunque gli effetti dello stop alla prescrizione arriveranno tra alcuni anni, mi sembra solo un provocazione per dividere la maggioranza in modo difficilmente ricomponibile e non per affrontare il problema in modo serio. La sensazione è che voi siate sempre più stretti nel dualismo impossibile di stare sia all’opposizione che al governo. Questo è un governo che nasce tra partiti che non hanno grandi sintonie politiche ma che, per necessità, cercano di trovare un quadro comune per affrontare le emergenze del Paese. Detto questo, noi non cambieremo la nostra identità cedendo sui diritti, ma siamo sempre disponibili a mediare sulle soluzioni quando questo è necessario. Però l’elasticità di vedute deve venire richiesta a tutte le parti in causa, non solo a noi. Capisco che non ci sia sintonia politica con i 5 Stelle, ma voi di Italia viva eravate parte del Pd fino a qualche mese fa. Cosa si è rotto in modo così irreparabile? Come è stato affrontato il tema della prescrizione è la dimostrazione plastica di cosa si è rotto. Noi di Italia Viva stiamo con gli avvocati e i magistrati, il Pd preferisce Travaglio e Davigo. Le premesse per la tenuta del governo non sembrano buone. E’ questo che intendeva Renzi, quando ha sfidato il governo ad andare avanti senza Italia Viva? Matteo Renzi ha detto esattamente l'opposto: “Se non ci volete al governo ditelo, che ve lo rendiamo più semplice”. L'irrigidimento delle posizioni, in particolare sulla prescrizione, non è nostro ma di altri. Tutto il mondo fuori dalle aule parlamentari, quello che si occupa di giustizia, ci dice che la strada intrapresa è sbagliata: dunque, l’impuntatura non è di Italia Viva, ma di chi vuole una bandiera da sventolare e non vuole, invece, affrontare un problema di merito. E se la stessa agonia si creasse anche sui prossimi temi all’ordine del giorno, penso allo Ius soli e ai decreti sicurezza, sarebbe possibile continuare insieme al governo? (Rosato si ferma un attimo prima di rispondere ndr)Mi auguro che troveremo modi per lavorare in sintonia.