Troppe smancerie omosessuali, troppi baci gay. Insomma, l'ultimo Sanremo proprio non è andato giù al senatore leghista Simone Pillon. Del resto Pillon non è nuovo a queste intemerate contro il presunto dominio gay. Organizzatore del family day, quando la Lega era al governo il nostro ha presentato un  disegno di legge sull'affido condiviso che introduceva la mediazione obbligatoria nelle separazioni in presenza di figli minori. Un'iniziativa che fu aspramente contestata da avvocati e associazioni. Ma una volta diventato senatore di opposizione, Pillon, evidentemente, ha preferito dedicarsi a cose più leggere. E ora nel mirino è finita la gestione troppo "gay-centrica" del Festival:  "Dunque ricapitoliamo: - scrive Pillon - Benigni ci spiega che un libro della Bibbia esalterebbe (a suo dire) l'amore omoerotico; Fiorello si dà una pomiciatina con Tiziano Ferro per fare la pace dopo il litigio (devo ricordarmi di non litigare mai con nessuno dei due), Lauro si presenta in nude look e nel gran finale si dà una pomiciata col suo barbuto chitarrista...Dimenticato niente?Dopo questa indigestione arcobaleno, per l'anno prossimo dovremo introdurre al festival le quote azzurro-rosa, così, tanto per evitare discriminazioni"