Si terrà a Brescia, proprio alla vigilia del voto alla Camera sul ddl “Costa” previsto per il prossimo 24 febbraio, l’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2020 dell’Unione della camere penali. La città della Leonessa è stata scelta per ricordare la figura dell’avvocato bresciano Giuseppe Frigo, storico presidente delle Camere penali ed ex giudice costituzionale, scomparso lo scorso dicembre. Frigo, da sempre sostenitore della separazione delle carriere in magistratura, fu fra i padri del “giusto processo” che portò nel 1999 alla modifica dell’art. 111 Costituzione. La cerimonia, articolata in due giorni, il 21 ed 22 febbraio, cade quest’anno in un periodo molto incandescente.

Le polemiche sul blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, voluto dal ministro Alfonso Bonafede nel 2018 ed entrato in vigore questo gennaio, hanno avvelenato il clima politico, rendendo di fatto molto difficile qualsiasi discussione sulla giustizia. Ma a parte le crepe nella maggioranza, Italia viva ha già dichiarato che voterà il ddl Costa che abolisce il testo Bonafede reintroducendo la riforma Orlando del 2017, e l’opposizione corale dell’avvocatura e dell’accademia, sono molti i mal di pancia fra le toghe. Tranne alcuni esponenti dell’attuale giunta dell’Anm, presidente Luca Poniz in testa, i massimi vertici degli uffici giudiziari del Paese hanno usato parole durissime per commentare il blocco della prescrizione. Il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, ha affermato addirittura che si tratta di una misura “anticostituzionale”.

Nel mirino dei penalisti italiani è finito ieri Il Fatto Quotidiano, il giornale che in questi mesi si sta maggiormente spendendo per evitare che la riforma Bonafede finisca nel cestino. Al duro editoriale del direttore Marco Travaglio che criticava questi magistrati che aveva manifestato criticità sul testo del Guardasigilli i penalisti hanno replicato affermando che “in questo tempo livido di populismo penale borioso e violento, non è nemmeno prevista la possibilità che magistrati ai vertici dei più importanti uffici giudiziari del Paese possano assumere, in piena autonomia e con coraggiosa distanza dalla stessa Anm, posizione concorde con l’avvocatura tutta e con l’intera Accademia, contro la sciagurata “riformetta” Bonafede”. A questi magistrati, prosegue la nota, “la nostra più viva solidarietà”, con un appunto: ' Dopo le indignate censure sull'etichetta istituzione dei penalisti che milanesi ( che avevano manifestato contrarietà sulla presenza di Davigo all'inaugurazione dell'Anno giudiziario a Milano in rappresentanza del Csm, ndr), chiediamo se il Consiglio superiore della magistratura e l’Anm troveranno il tempo per indignarsi per questo attacco alla onorabilità di tanti alti magistrati adottando le dovute reazioni visto che ora non hanno più a oggetto solo gli avvocati'. Ieri sera il presidente della Camere penali, Gian Domenico Caizza è stato ospite della trasmissione “Piazza Pulita” per un confronto con Davigo sul tema della prescrizione.