Arriva in Parlamento il rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura ( Cpt) sulle condizioni di detenzione in Italia. A farlo con un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro della Giustizia è Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva. Il parlamentare mette in evidenza la contraddizione tra quanto riferito dal guardasigilli e quanto affermato dal suo gabinetto in risposta al Cpt.

Ma andiamo con ordine. Il rapporto in questione riferisce di abusi, maltrattamenti, condizioni di isolamento inaccettabili soprattutto nel regime speciale del 41bis e nelle sue “aree riservate”. Sul sovraffollamento, Giachetti sottolinea che dal 2016 ad oggi si registrano quasi novemila detenuti in più e ciò è avvenuto dopo il forte calo seguito alla cosiddetta “sentenza Torreggiani” del 2013 e ai provvedimenti “tampone”, varati subito dopo l'esemplare e umiliante condanna dell'Italia per sistematici trattamenti inumani e degradanti nelle nostre carceri.

Il parlamentare spiega anche che al 31 dicembre 2019 i detenuti ristretti nelle carceri italiane sono 60.769, a fronte di 50.688 posti regolamentari di cui 3.666 indisponibili per inagibilità e/ o ristrutturazioni. La capacità effettiva risulta di 47.022 posti, quindi il sovraffollamento effettivo è del 129,24 per cento a livello nazionale, con punte che superano il 150 per cento in 46 istituti, in cui 17.418 detenuti sono costretti a vivere in 10.232 posti.

Entrando nello specifico, il parlamentare di Italia Viva sviscera i dati del sovraffollamento spiegando che il primato spetta gli istituti penitenziari di Larino con il 214 per cento, Taranto 203 per cento, Como 196 per cento, Monza 192 per cento, Milano San Vittore 186 per cento, Lecce 186 per cento, Latina 184 per cento, Brescia 183 per cento, Varese 183 per cento, Busto Arsizio 182 per cento, Lucca 181 per cento. Inoltre gli istituti che superano la media del sovraffollamento nazionale sono 97, con ben 35.965 detenuti per 23.385 posti. «Questa situazione – si legge sempre nell’interrogazione del parlamentare - si ripercuote drammaticamente nella vita detentiva, causando seri problemi igienico- sanitari e fatiscenza dei luoghi, difficile accesso alle cure sanitarie, scarse attività trattamentali quali studio e lavoro, arduo accesso alle misure alternative per l'eccessivo carico di lavoro dei pochi e sottodimensionati educatori, assistenti sociali, psicologi e magistrati di sorveglianza».

Giachetti critica il ministro spiegando che l'unico riferimento, peraltro indiretto, al sovraffollamento, nella relazione del guardasigilli, è relativo all'edilizia penitenziaria e che nelle comunicazioni al Parlamento si riscontra una contraddittorietà tra quanto riferito il 28 gennaio 2020 dal ministro e quanto affermato dal suo gabinetto in risposta al Comitato europeo per la prevenzione delle torture ( Cpt) sulla ripresa del sovraffollamento» .

In Parlamento, il ministro ha parlato di uno stanziamento, da oggi ai prossimi 13 anni, di circa 350 milioni di euro per creare nuovi posti, «senza specificare quanti – denuncia il deputato di Italia Viva -, se non i pochi già decisi nelle passate legislature relativi ai padiglioni di Lecce, Parma e Trani, per un totale di 592 nuovi posti e altri 400 dei nuovi padiglioni di Taranto e Sulmona che verranno consegnati quest'anno». Giachetti fa appunto notare che il gabinetto del ministero della Giustizia, invece, ha riferito al Comitato europeo per la prevenzione delle torture ( Cpt) di 5.000 nuovi posti, che saranno costruiti nei prossimi 5 anni, «al fine di raggiungere l'obiettivo di 60.000 posti di detenzione regolari disponibili, dando quindi per scontato che altri 5.000 posti saranno prossimamente fruibili non si sa come».

Si individuano quindi due diversi piani di edilizia penitenziaria: il primo, quello riscontrabile nelle comunicazioni del ministro interrogato che prospetta un piano carceri da qui a 13 anni; il secondo, rintracciabile nella risposta fornita dal gabinetto al Cpt, velocissimo, di 5 anni per 10.000 nuovi posti.

«Quali iniziative intenda assumere nell'immediato per fronteggiare il fenomeno del sovraffollamento penitenziario?», domanda Giachetti, chiedendo inoltre «se esista un piano di edilizia penitenziaria scadenzato nel tempo e se intenda farlo conoscere all'interrogante, con riguardo alla costruzione di nuovi istituti penitenziari, di nuovi padiglioni detentivi, alla ristrutturazione e all'adeguamento del patrimonio esistente, il tutto dettagliato nelle differenti caratteristiche di ogni singolo intervento, nei suoi tempi di realizzazione, nei suoi singoli costi». Inoltre Giachetti chiede se il ministro intenda disporre la pubblicazione tradotta in italiano sul sito del ministero della giustizia, sia del rapporto del Cpt, sia della successiva risposta del nostro Paese.