Dopo una lunga corsa comincia finalmente la gara. Lunedì le primarie americane inizieranno dall’Iowa, e si inizierà a delineare chi potrà essere lo sfidante democratico di Donald Trump.

Nel campo dell’asinello c’è molta confusione e non è detto che il primo stato a votare diraderà le nebbie, e anzi potrebbe perfino accrescerle. Resta il fatto che per tradizione negli Stati Uniti il primo stato a votare attira molta attenzione e addirittura secondo studi statistici influenza in modo assai rilevante gli elettori negli Stati successivi.

I democratici in Iowa ci arrivano dopo una lotta che è già stata molto serrata, con numerosi dibattiti televisivi e una platea di candidati che in realtà è addirittura ancora da definire. Nel senso che in molti hanno già gettato la spugna prima ancora di aprire le urne, altri ci sono ancora ma sono diventati marginali, i front runner restano tutti molto vicini fra loro, e qualche nuovo candidato si potrà aggiungere dopo l’Iowa, come l’ex sindaco di New York e magnate Michael Bloomberg, che non ha voluto formalizzare nulla prima di questo voto. Paradossalmente l’Iowa è tutt’altro che rappresentativo della realtà americana, è quasi tutto bianco e conta meno dell’ 1% della popolazione statunitense, assegnando appena 41 delegati su 3.979 nelle primarie democratiche. Eppure la sua influenza è immancabilmente molto rilevante. Fu qui che nacque la stella di Obama. È in Iowa che nel 1972 nacquero le primarie, che ora si svolgono attraverso caucus, assemblee che a eliminazione scelgono il loro preferito, per fare poi una sintesi statale.

E anche stavolta l’Iowa può dare una prima scossa a questa competizione. La sorpresa è che negli ultimi sondaggi è nettamente in testa Bernie Sanders, l’anziano liberal che aveva conteso la nomination passata a Hillary Clinton. La sua eventuale vittoria preoccupa un po’ il resto dei sostenitori democratici: è così radicale da non preoccupare troppo Trump, e metterebbe in ombra anche l’altra liberal Elizabeth Warren, che è la preferita di molti, compresi il New York Times e il giornale dell’Iowa, ma qui sembrerebbe solo quarta. Davanti a lei l’altro controverso favorito Joe Biden, moderato come la sorpresa di queste primarie, il giovane sindaco omosessuale Pete Buttigieg, che per i sondaggi è terzo. Resta comunque l’impressione che a decidere sul destino di un secondo mandato alla Casa Bianca di Trump sarà soprattutto Donald Trump.