«Le affermazioni del dottor Otello Lupacchini vanno considerate come il classico “grido di dolore” della persona che non trova risposta alle sue istanze», dichiara al Dubbio l’avvocato Ivano Iai, legale dell’ormai ex procuratore generale di Catanzaro, trasferito lunedì in via cautelare dalla sezione disciplinare del Csm, di cui fa parte Piercamillo Davigo, a Torino come sostituto pg. Intervistato alla vigilia di Natale da Tgcom24, Lupacchini aveva usato parole molto dure per commentare la maxi indagine anti ‘ ndrangheta denominata “Rinascita Scott”, condotta dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, che aveva portato all’arresto di 334 persone, molti dei quali, nel frattempo, già scarcerati dal riesame, e alla denuncia di oltre 400, in Italia e all’estero. «Sebbene possa sembrare paradossale, non so nulla di più di quanto pubblicato dalla stampa, in quanto c'è la buona abitudine da parte della Procura distrettuale di Catanzaro di saltare di tutte le regole di coordinamento e collegamento con la Procura generale», le parole “incriminate” di Lupacchini.

Palazzo dei Marescialli, anche su pressione dei togati di Area, il cartello progressista, e Magistratura indipendente, il gruppo di riferimento di Gratteri, aveva deciso di aprire una pratica nei confronti di Lupacchini per incompatibilità ambientale. A rincarare la dose, la Procura generale della Cassazione e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che avevano esercitato l’azione disciplinare nei confronti del magistrato romano. L’accusa contestatagli era quella di aver violato i doveri di imparzialità, correttezza e riserbo.

«Il dott. Lupacchini - spiega l’avvocato Iai - in questi anni ha inviato diversi esposti alla Procura generale della Cassazione e al Ministero della giustizia per segnalare criticità e violazioni riscontrate circa il mancato coordinamento della Procura distrettuale con la Procura generale di Catanzaro».

Il riferimento è all’art. 118 bis delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale e agli articoli 371 e 372 comma 1 bis del codice di procedura penale, i quali prevedono che il procuratore generale debba essere informato dei procedimenti riguardanti i reati particolarmente gravi, fra cui appunto quelli di associazione a delinquere di stampo mafioso pendenti nelle Procure del distretto.

In caso ci fossero indagini collegate, il procuratore generale deve farsi parte attiva per garantire e promuovere il loro coordinamento, sia nell’ambito del distretto della Corte d’Appello e sia – d’intesa con gli altri procuratori generali interessati – in ambito nazionale.

Un compito che, secondo quindi quanto riferito dal suo difensore, Lupacchini avrebbe svolto con estrema difficoltà. «Il dott. Lupacchini non ha mai avuto riscontro delle sue segnalazioni», prosegue l’avvocato Iai, evidenziando come gli esisti di tali esposti sarebbero stati importanti «per la difesa nel procedimento disciplinare. Abbiamo ricevuto un diniego dalla Procura generale e da via Arenula», puntualizza. «Appare evidente - prosegue il legale di Lupacchini – che non è affatto facile difendersi in un procedimento disciplinare senza sapere quali siano state le determinazioni da parte della Procura generale e del Ministero della giustizia». Per Iai, aver trasferito, seppure in via cautelare, Lupacchini ad oltre mille km da Catanzaro e seicento da Roma è stata una decisione quanto mai “ostile”. «C’e poi un altro aspetto da considerare: il provvedimento del Csm mina la libertà di pensiero e di espressione. Un grave precedente per tutti i magistrati», sottolinea ancora Iai.

Che la vicenda di Lupacchini sia particolarmente complessa si evince dal fatto che il collegio disciplinare che doveva essere presieduto dal vice presidente del Csm David Ermini ha subito uno stravolgimento. Ermini è stato sostituito dal laico in quota Cinque stelle Fulvio Gigliotti, calabrese come Gratteri.

Il motivo, che ha portato all’astensione del vice presidente e di altri componenti, va rintracciato in un altro procedimento che è stato aperto a carico di Lupacchini per la petizione a favore di Eugenio Facciolla, ex procuratore di Castrovillari ( Cs), anch’egli rimosso dal Csm, pubblicata sulla pagina Fb dell'ex pg di Catanzaro. L’avvocato Iai ha annunciato che impugnerà il provvedimento della sezione disciplinare del Csm davanti alle sezioni unite della Corte di Cassazione. Nel frattempo, però, appena il Guardasigilli avrà firmato il decreto, Lupacchini dovrà prendere servizio a Torino.