Il palco della Lega a Bibbiano sfilano le madri, nella piazza accanto i figli grandi cantano. Da una parte genitrici dolenti, con storie terribili amplificate da un battimani chiamato da Salvini.

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Dall’altra ragazzi che chiedono pur confusamente - che la politica faccia la politica e non scimmiotti la televisione del dolore per lucro elettorale. Quel che è andato in scena nella cittadina emiliana divenuta suo malgrado simbolo di una provincia ricca e inquietante, è lo scontro tra due archetipi della tragedia classica più che della politica.

Il leader leghista, mattatore della campagna elettorale in Emilia tanto da oscurare la vera candidata col motto «perché ce lo chiedono le mamme e i papà», sceglie la figura potente dei genitori e ha sfruttato sino all’ultimo il dramma di Bibbiano e dei suoi bambini forse strappati alle famiglie, sventolando la paura maggiore di un genitore: quella di perdere i figli. Di questa paura - per quanto poco c’entri con la politica - ha fatto la cifra della sua opposizione al modello “rosso” emiliano, cavalcando un caso mediatico- giudiziario.

A cui si è aggiunta, manna dal cielo per la sua retorica, anche la madre disperata del piccolo Tommy, bimbo rapito e ucciso dai suoi sequestratori, una dei quali ha ricevuto un permesso premio.

Anche questo, le presunte storture del sistema dell’esecuzione delle pene detentive, c’entra meno di nulla con l’amministrazione della Regione Emilia Romagna.

Eppure, quella madre rabbiosa e piangente cercava un luogo da cui gridare il suo dolore e l’ha trovato. Accanto a uno striscione fatto avvicinare al palco, con scritto “Comunisti ladri di bambini”. Le sardine, invece, radunate nella piazza accanto, erano fatte di tanti giovani, una generazione dimenticata dalla politica ma di certo figli di qualcuno, che chiedevano di smettere di «strumentalizzare un paese» che non può essere ridotto a un’inchiesta giudiziaria per altro ormai diventata una «macchina del fango».

Era da tempo che non si vedevano tanti ragazzi in piazza in vista di una concomitanza elettorale e questo, forse, rimarrà il vero merito di un movimento ancora confuso sulla strada da prendere ma almeno solido su un punto: «Pensate con la vostra testa».

Perché Bibbiano non è solo un’inchiesta giudiziaria e il dramma dei bambini non c’entra con il quesito delle urne di domenica. A breve si scoprirà quale voce è arrivata più in fondo alle coscienze.