La «giustizia vendicativa distruggeinsieme gli individui e la stessa polis», mentre «nella città ben governata Giustizia è incoronata, punisce e premia ispirata da Sapienza e produce Concordia», come nellaffresco del Buon Governo a Siena. La giustizia non è vendetta, ma riconciliazione sociale: questa la riflessione che la presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia ha affidato alla sua lectio magistralis, svolta oggi pomeriggio alluniversità RomaTre. E Cartabia - alla presenza delpresidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano - ricorda anche la senatrice a vita Liliana Segre che, 14enne detenuta in un campo di concentramento, «non raccolse la pistola che un carceriere nazista aveva gettato davanti ai suoi piedi». Segre ha raccontato agli studenti milanesi che "in quel momento sonodiventata quella donna libera e di pace che sono anche adess": «Da questo vissuto scaturisce - rileva la presidente della Consulta - una concezione della giustizia davvero rinnovata che guarda al futuro piuttosto che pietrificarsi su fatti passati che pure sono incancellabili. È una giustizia volta a riconoscere, riparare, ricostruire, ristabilire, riconciliare, restaurare, ricominciare, ricomporre il tessuto sociale», caratterizzata «dal prefisso ri- che - sottolinea Cartabia -guarda in avanti e allude alla possibilità di una rinascita: senza cancellare nulla, anzi ricordando tutto, apre una prospettiva nuova per la singola esistenza individuale e per lintera comunità».