«Fra 20 minuti vi lancio una bomba». La voce al telefono è quella di un uomo e prima di lanciarsi in ingiurie e offese fa questa promessa: una bomba, da scagliare contro il famigerato Municipio di Bibbiano, per tutti, ormai, cuore pulsante degli orrori descritti nell’inchiesta “Angeli& Demoni”.

La telefonata è arrivata ieri intorno alle 8 del mattino, proprio all'ufficio incriminato: quello dello sportello sociale del Comune, ente capofila dei servizi sociali dei Comuni della Val d’ Enza. «Vi faccio saltare tutti in aria», ha annunciato la voce anonima. Sul posto sono arrivati i carabinieri, che dopo l’evacuazione degli uffici hanno proceduto alla bonifica dei locali, che hanno dato esito negativo.

Tre gli edifici svuotati: la sede dei servizi sociali del Comune, quelli dell'Unione a Barco e il municipio. «C'era stata un'escalation di minacce, poi le acque si erano calmate. Dopo la chiusura delle indagini è ripreso questo clima di odio insostenibile intorno a noi - ha commentato Francesca Bedogni, sindaca di Cavriago e attuale delegata ai Servizi sociale per l'Unione Val d'Enza -. Abbiamo ritenuto di non prendere sottogamba questo episodio. Siamo preoccupati per l’incolumità di operatori e operatrici. Non possiamo non notare che questa nuova escalation accade a 10 giorni dalle regionali e non possiamo non chiedere a tutte le forze politiche di riprendersi il buon senso e aiutarci a garantire a questi territori serenità e sicurezza».

Una richiesta caduta, però, nel vuoto: «Il gesto del folle che ha chiamato è la conseguenza di quanto produce “’ il negare” non “’ il parlare” di Bibbiano», ha commentato il consigliere della Lega in Regione Emilia- Romagna e capolista a Reggio Emilia e provincia del Carroccio, Gabriele Delmonte, dopo aver «preso le distanze e stigmatizzato la telefonata» in Municipio.

«Siamo al cospetto di una vicenda, tutta da verificare sul piano giudiziale, terribile, pertanto è inevitabile che si presti alla follia di qualcuno - ha aggiunto -. Detto questo, mi preme ribadire come la Lega abbia sempre avuto un approccio garantista alla vicenda, tanto che, nonostante abbia rivendicato a gran voce l’istituzione di una Commissione speciale regionale, ha accettato, pur di addivenire alla verità dei fatti per senso di giustizia nei confronti dei minori e delle loro famiglie, di essere messa ai margini della Commissione».