Nella lista dei buoni propositi per il 2020, siamo ancora in tempo per inserire una parola che suona a suo modo “rivoluzionaria”: credibilita`. Vale per tutti, tanto piu` in politica. Abbiamo un bisogno estremo di recuperare senso alle parole dette, di essere governati non solo da persone “responsabili”, come ha detto Mattarella. La credibilità perduta della politica, come se l’elettore si bevesse tutto e il contrario

Nella lista dei buoni propositi per il 2020, siamo ancora in tempo per inserire una parola che suona a suo modo “rivoluzionaria”: credibilita`. Vale per tutti, tanto piu` in politica. Abbiamo un bisogno estremo di recuperare senso alle parole dette, di essere governati non solo da persone “responsabili”, come ha detto il presidente Mattarella, ma anche da persone credibili, che sappiano cioe` di che cosa parlano e che dicano solo cose che siano poi in grado di mantenere. Tanto piu` ne abbiamo bisogno ora che le ultime gesta di Trump sembrano incendiare il mondo. Chiediamoci, per esempio: siamo in buone mani, in questo momento, con Di Maio al timone della politica estera?

Il leader dei Cinque Stelle, massacrato da molti dei suoi dopo l’abbraccio con il Pd, ha dichiarato, nel suo primo discorso dalla Farnesina: ” La politica estera e` una componente essenziale dell’azione di questo governo”.

Esperienza zero, ottimi propositi. Di Maio puo` mantenere la promessa di occuparsene a tempo pieno, mentre frotte di grillini affluiscono al Gruppo Misto? Vedremo. Intanto, di sicuro, rimane agli atti che il suo impegno piu` solenne non e` stato mantenuto: “Abbiamo abolito la poverta`!”. Ve lo ricordate? Era il 28 settembre 2018 quando Giggino apparve raggiante al balcone di palazzo Chigi per annunciare che, con il reddito di cittadinanza, la poverta` era roba del passato. Imbarazzante, azzardato, soprattutto non vero, impossibile.

Ecco, per il 2020, sarebbe bello se nessuno, di nessun partito, raccontasse agli italiani le fiabe. Onesta`! Onesta`! Ma anche: Credibilita`! Credibilita`! Perche ´ dire No Tav, no Tap, perche ´ giurare sul vincolo dei due mandati, sul no all’immunita` parlamentare, per poi smentirsi allegramente, alla prima complessita` inevitabile? Il caso Ilva e` chiuso o non e` chiuso, l’Alitalia si salvera` o sara` travolta dai debiti, le banche che investono male e imprestano soldi ai non solventi vanno salvate o affogate? Non si puo` dire tutto e il contrario di tutto. In politica e` ammesso, e quasi fisiologico, un tasso di finzione per far sognare. Ma la piega di questo 2019 ( a proposito Conte aveva promesso: “Sara` un anno bellissimo”) assomiglia ad una deriva. Valanga di bugie, di smentite, di furbate. La politica si e` convinta che all’elettore si puo` raccontare ogni cosa tanto l’uomo comune si beve tutto pur di non fare i conti con la realta`. I pastori sardi stanno ancora aspettando l’aumento del prezzo del latte promesso da Matteo Salvini, il Capitano dei porti chiusi con il filo spinato che, in realtà, sono attualmente aperti. Difficile non accorgersi anche del cambio di passo dell’attuale capo del governo. In una recente intervista Conte ha detto che, comunque vada, continuerà a far politica. Esattamente due anni fa era di parere opposto: “Quando non sarò più presidente, mi dedicherò al diritto penale, tornerò a fare l’avvocato e ad occuparmi dei trafficanti di esseri umani”. Perfetta sintonia con Matteo Renzi, sponsor maximo del “mai con i Cinque Stelle al governo” e ora partner dell’esecutivo. Ricordate la sua dichiarazione scolpita nella pietra alla vigilia della batosta referendaria? Eccola: “Se io perdo, non è che vado a casa, smetto proprio di far politica”. Si può sempre cambiar idea, per carità. Però non si può pretendere che la gente perda la memoria. Perciò sarebbe bellissimo ( come direbbe, se fosse vivo, quel galantuomo di Tommaso Padoa Schioppa ) se l’anno nuovo portasse in politica parole di verità. Senza drammatizzare, senza creare allarmismi, ma senza indicare nemmeno improbabili orizzonti di gloria, la fine dei problemi, felicità e soldi per tutti. Tanto, prima o poi, la verità in politica, come nelle aule di giustizia, viene a galla. Credibilità, credibilità, per favore.