Sentenza importante, secondo alcuni, una follia, per altri. La sentenza della Cassazione secondo cui non è più reato la coltivazione domestica della cannabis in minime quantità divide la politica italiana. Ad esultare per la decisione del Palazzaccio è sicuramente Emma Bonino, di + Europa, secondo cui si tratta di una sentenza «importante perché ha rotto un tabù. Spero sia un primo passo per far ragionare le persone al di là degli stereotipi». Il pronunciamento dei giudici «è il risultato di 40 anni di impegno, in particolare del mio impegno» e di «tutta la famiglia radicale. Questo dimostra - ha concluso la senatrice - anche la nostra capacità di tenuta e resistenza contro venti e maree. So che i frutti a volte arrivano un po’ lentamente ma non è questa una motivazione per dismettere». Di tutt’altro avviso, invece, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. «La prima legge che approverà il centrodestra quando sarà al governo, e ciò avverrà presto, sarà una nuova normativa contro la coltivazione e lo spaccio delle sostanze stupefacenti», ha dichiarato, aggiungendo che «bisogna intensificare l'attività di prevenzione e di recupero, per combattere la diffusione delle tossicodipendenze».

Quanto alla sentenza, «ovviamente bisognerà leggere le motivazioni della sentenza che contraddice, apparentemente, decisioni precedenti prese dalla stessa Cassazione, evidentemente in preda ad uno stato confusionale.

Personalmente mi trovo a disagio nel vivere nello stesso quartiere dove si trova la Cassazione. Girerò alla larga da questa gente» mentre «le sventurate decisioni della Cassazione non aprono la strada a niente, anzi favoriranno delle decisioni di saggezza e di tutela della salute pubblica che la Cassazione non tiene in alcuna considerazione».

Critico anche Antonio Affinita, direttore generale del Moige, Movimento Italiano Genitori.

«Come genitori vogliamo sottolineare il messaggio devastante che arriva ai giovani: con la legalizzazione della coltivazione domestica si avrà certamente un aumento dei consumi ed un calo di percezione della pericolosità di questa droga.

Condividiamo l’appello aggiunge - da parte delle Comunità di recupero relativo al dibattito sulle droghe, per cui “La cannabis crea dipendenza, è dannosa e il parlare in modo inadeguato di “uso ricreativo” abbassa la percezione della sua pericolosità».