Passa in Consiglio dei Ministri il decreto legge sulle intercettazioni. Il testo, portato al tavolo dal Ministro della Giustizia,  Alfonso Bonafede, corregge la precedente legge Orlando che era stata collocata su un binario morto. All'uscita, Bonafede ha parlato di "distanza" tra alleati della maggioranza, ma che "le intercettazioni “sono uno strumento irrinunciabile per le indagini”. Ha poi spiegato che “sarà elaborato un sistema moderno e digitale: ci saranno maggiori garanzie per trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza delle indagini, la tutela della riservatezza e il diritto di difesa". L'aspettativa è di farla entrare in vigore tra due mesi, il 29 febbraio (anziché il 31 dicembre prossimo). Le modifiche rispetto alla legge precedente del 2015 riguardano 5 aspetti. Il pm Sarà il pubblico ministero a decidere quali siano le intercettazioni rilevanti da trascrivere e non la polizia giudiziaria, come previsto da Orlando. I difensori Potranno chiedere e avere copia cartacea delle intercettazioni considerate rilevanti dal pm (prima potevano solo ascoltarle). Quelle irrilevanti invece potranno essere solo ascoltate e l'avvocato potrà chiedere al giudice che vengano trascritte. Le indagini in corso Per le intercettazioni già in corso, si applicherà la vecchia legge e non il nuovo decreto legge, che entrerà in vigore per le indagini con iscrizione nel registro delle notizie di reato successive al 29 febbraio. Il Trojan I software spia inseriti nei cellulari potranno essere usati per i delitti puniti oltre cinque anni e solo commessi dai pubblici ufficiali. Continuano a valere le regole delle intercettazioni ambientali. I giornalisti Il giornalista che pubblica una intercettazione non sarà più perseguibile per violazione di segreto d'ufficio, come prevedeva la legge Orlando.