«Non vi pentirete di averci votato». Boris Johnson, il trionfatore delle elezioni parlamentari britanniche, ci tiene a ringraziare i suoi elettori, il suo è stato un trionfo netto, senza appello. I Conservatori infatti conquistano 359 seggi su 650. Il grande sconfitto è invece il Labour di Jeremy Corbyn che non solo si è fermato a 202 seggi ma ha perso lì dove fino ad ora aveva mantenuto le sue roccaforti storiche: Inghilterra centrale e settentrionale. Bo-Jo promette che i consensi ricevuti saranno spesi per dare seguito a quello che è stato il suo cavallo di battaglia e per il quale sembra essere stato premiato, e cioè la Brexit. Non a caso il premier ha dichiarato che l'uscita dalla Ue avverrà il 31 gennaio, parallelamente ha anche promesso un grandioso e vantaggioso accordo commerciale. Trionfalismi che a Bruxelles non sono certo di casa, la presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen si accontenterebbe infatti di «un'uscita ordinata». In ogni caso la situazione, al di là della inequivocabile vittoria elettorale, rimane comunque fluida e con molti risvolti da capire e analisi da fare. Tanto è vero che lo stesso Johnson davanti ai suoi collaboratori ha ammonito: «dobbiamo capire adesso che terremoto abbiamo provocato Il modo in cui abbiamo cambiato la mappa politica di questo Paese. Dobbiamo affrontare le conseguenze, cambiare il nostro stesso partito, essere all'altezza degli eventi. Dobbiamo raccogliere la sfida che il popolo britannico ci ha consegnato». Il trionfo dei tories infatti sembra sfuggire alla classica contrapposizione destra-sinistra, i temi sociali (anche se presenti) sono passati in secondo piano rispetto a quelli della Brexit durante la campagna elettorale. Lo stesso Corbyn ha scontato un continuo tentennamento senza mai avere una posizione completamente chiara sull'uscita dall'Unione. Bisogna poi capire se la composizione geografica del voto rispecchi di nuovo quella divisione tra città e campagne che caratterizzò il referendum tra Leave e Remain. Ma tra le vittime della valanga Bo-Jo non c'è solo Corbyn, che ha comunque annunciato che non guiderà più il partito in nessuna elezione futura, anche il leader di Lib-Dem Jo Swinson è stato battuto. Ha perso anche nel suo collegio nell'East Dunbartonshire per 149 voti, pochi ma sufficienti a rendere inunfluente la sua spinta pro Europa. Le sue parole a caldo non fanno che confermare questa impressione: «alcuni celebreranno l'ondata di nazionalismo che spazza i due lati del confine, e io mi congratulo con tutti coloro che sono stati eletti. Ma lasciatemi dire ora, per milioni di persone nel nostro paese questi risultati porteranno timore e sgomento e questa gente è in cerca di speranze».