Il primo segnale arriva in mattinata dal guardasigilli Alfonso Bonafede: sulla prescrizione, dice, «so che ci sono delle proposte: le vaglierò insieme alle forze politiche». Ma la partita sulla giustizia si riapre anche grazie all’avvocatura. È un incontro tenuto nel pomeriggio di ieri fra il ministro della Giustizia e il presidente del Cnf Andrea Mascherin a segnare una svolta probabilmente inattesa per i ddl sul processo penale e civile. Un colloquio in cui, si legge in una nota del Cnf, «è stata condivisa con il guardasigilli la necessità che entrambi i tavoli» sulla riforma «vengano riconvocati».

Il ministro dunque ha deciso di «riprendere i lavori» sui due ddl. Ci sarà di nuovo un luogo di discussione “tecnico” sul dossier che stressa la maggioranza da settimane. Ed è sempre la massima istituzione dell’avvocatura a chiedere che torni praticabile nonsolo il campo del penale minato dal blocca- prescrizione, ma anche quello in apparenza più tranquillizzante del processo civile, sul quale Mascherin esprime a Bonafede «la necessità di riattribuire la negoziazione assistita agli avvocati del lavoro, così come era previsto nella forma originaria del ddl».

Riguardo al processo penale, non c’è molto tempo da qui al 1° gennaio, data in cui entrerebbe in vigore la norma che, dopo il primo grado, sopprime i termini di estinzione dei reati. Ora però il dialogo sembra riaprirsi non solo fra ministro e avvocatura, ma anche all’interno della maggioranza. È il segretario del Pd Nicola Zingaretti a confermare che sulla prescrizione «il confronto per fortuna va avanti». Si cerca, spiega, «un compromesso per garantire che non si stia tutta la vita sotto processo. La linea del Piave», precisa Zingaretti, «è la tempistica che permetterebbe di introdurre limiti alla durata dei giudizi».

IL CNF CHIEDE DI RIAPRIRE IL DOSSIER SULLE NEGOZIAZIONI

Il clima è cambiato, nel giro di poche ore. E il merito è anche degli avvocati, che al dissenso sulla prescrizione hanno unito quello per l’esclusione, nel ddl civile, della professione forense dalle negoziazioni in materia di lavoro. È sempre Mascherin a chiedere che «alla prossima riunione del tavolo possa essere convocata anche una rappresentanza di Agi, l’associazione degli avvocati giuslavoristi italiani». Bonafede, conferma la nota del Cnf, «ha ritenuto la necessità di procedere con la riconvocazione dei due tavoli includendo anche gli avvocati del lavoro, e ha rassicurato il presidente del Cnf che svolgerà ogni tempestivo approfondimento, senza preclusioni di sorta, per la possibile reintroduzione della negoziazione assistita nel testo di riforma del processo civile come originariamente previsto nelle bozze del ddl».

I GIUSLAVORISTI: «SODDISFAZIONE PER IL SÌ DEL MINISTRO»

Una schiarita accolta con sollievo innanzitutto dall’Agi, spiazzata dalla modifica apportata in extremis, nel ddl civile varato una settimana fa dal governo, della norma sulle negoziazioni: gli Avvocati giuslavoristi italiani «esprimono soddisfazione per l’immediata apertura del governo e del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede». Ringraziano il Consiglio nazionale forense e il presidente Andrea Mascherin «per aver fatto propria» la loro protesta e «per averla sostenuta nell’incontro con il ministro della Giustizia». L’Agi apprezza «la decisione dell’inserimento degli avvocati giuslavoristi nel tavolo di lavoro che seguirà il cammino parlamentare del disegno di legge delega per la riforma della giustizia civile, e poi la preparazione degli schemi di decreti legislativi». E ancora, ricorda il presidente dell’Agi Aldo Bottini, «il rapido chiarimento intervenuto, almeno a livello del ministro della Giustizia, dimostra la fondatezza e la serietà delle richieste dei giuslavoristi italiani ma dimostra anche la necessità di una consultazione permanente dell’avvocatura, e della stabilità delle soluzioni condivise».

MASCHERIN: DIALOGO PUÒ MIGLIORARE L’INTERA RIFORMA

E in effetti il dialogo sollecitato dalla professione forense, fa notare a sua volta Mascherin, potrà assicurare benefici all’intera riforma del processo. «Il testo sul processo civile è sicuramente migliorato, si è prestata attenzione alle prerogative difensive accogliendo molte osservazioni dell’avvocatura. Fermi gli aspetti positivi della norma», osserva il presidente del Cnf, «si tratta ora di valutare l’opportunità di apportare alcune migliorie proseguendo nel confronto leale e costruttivo, nell’ottica della salvaguardia del sistema giustizia e del diritto di difesa». E il metodo del dialogo che fa la differenza. Anche in una partita che sembrava destinata a bloccarsi come quella sulla giustizia.