Gli studenti italiani di 15 anni hanno competenze scientifiche e di lettura inferiori a quelle che avevano i loro coetanei dieci anni fa. In matematica mantengono un livello medio sufficiente, in linea con quello dei coetanei dei paesi Ocse, ma per quanto riguarda le scienze il risultato medio è «significativamente inferiore» alla media Ocse. Tanto che, secondo gli esperti, molti di loro escono da scuola senza avere le competenze di base richieste dal corso di studi. È il dato più rilevante, relativo al nostro paese, che emerge da Pisa 2018, l’indagine internazionale promossa dall’Ocse con cadenza triennale con l’obiettivo di rilevare le competenze degli studenti di 15 anni in Lettura, Matematica e Scienze. Questa volta hanno partecipato alla prova Pisa 11.785 studenti quindicenni italiani, divisi in 550 scuole totali.

Andando nel dettaglio, lo studio evidenzia che i risultati in matematica sono migliorati nel 2009 per poi rimanere stabili nel tempo ma modesti. Circa il 24% dei nostri studenti quindicenni non ha raggiunto il livello 2, livello base di competenza in matematica ( media Ocse 22%) mentre solo il 10% si colloca nei livelli di eccellenza 5 e 6 ( media Ocse 11%). I ragazzi ottengono un punteggio superiore alle ragazze di 16 punti e questa differenza è più del doppio di quella rilevata in media nei paesi Ocse. I maschi superano le femmine in particolare nelle fasce di punteggio medio- alto. Per quanto riguarda le scienze, 1 su 4 studenti italiani non raggiunge il livello base di competenze scientifiche, nei paesi Ocse è 1 su 5. In altri ambiti, ad esempio la lettura, le donne ottengono punteggi superiori ai maschi, ma i risultati di maschi e femmine nella materia delle scienze non risultano statisticamente differenti.

Il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, si è detto preoccupato: «Sono risultati che continuano a confermarsi anno dopo anno: non sono particolarmente diversi da quelli che abbiamo visto lo scorso anno e quello precedente, ma sono molto peggiori di quelli che vedevamo una ventina di anni fa».

Il segretario dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ritiene che questi risultati impongono «una revisione della didattica. Bisogna fare in modo che gli studenti leggano di più - dice all’Agi - e capiscano meglio ciò che leggono attraverso riassunti, analisi del testo, rielaborazioni da realizzare anche al computer». Per fare questo, osserva, «non serve aumentare le ore di insegnamento. L’Estonia è tra i paesi che hanno conseguito i risultati migliori nell’indagine Pisa Ocse e fa meno ore di lezione dell’Italia» .