Non del nostro amore, verranno a chiederci conto; di cosa è stato, e non è più. Il giudice di cognizione è uomo del passato, quello di sorveglianza del futuro. Il primo guarda al fatto, per come si è verificato, se è accaduto davvero, chi lo ha commesso, quale sanzione meriti; il secondo dovrebbe interessarsi all'Uomo che cambia. Un’accezione ancipite del tempo, che invece si vorrebbe eterno, immobile, marmoreo.

Incuranti dei cambiamenti, quando niente e nessuno resta uguale a se stesso. Il tempo è una variabile indipendente dal volere e potere dell'uomo; il tempo è democratico, scorre per tutti ( anche se il fluire del tempo è più pesante per gli anziani, i malati, i detenuti), ma c'è qualcuno che pensa, in malafede, che basti togliere la sabbia dalla clessidra, le lancette all’orologio, per risolvere il problema. Come con la povertà, anche per la prescrizione, scriviamo una bella legge, e il problema è cancellato; nulla sarà più come prima. Restano, invece, tempi di indagini fuori controllo ed extra large, ma basta cambiare il numero dei registri ( 45, 44, 21), e ci teniamo mani libere.

Ci teniamo, anche, difetti di notifiche, testi assenti, giudici che cambiano ( ma anche su questo il Governo “sta lavorando”, che se a giudicare è un altro da quello che ha raccolto la prova poco importa, mica crediamo ancora a ‘ ste storie). Le persone aspettano, tutto fa acqua; fuori piove un mondo freddo, ma dal primo gennaio splenderà il sole, ci è stato detto così. A un certo punto verranno a chiederti cosa ricordi, e non ricorderai. Verranno a chiederti conto di quello che hai fatto, perché tu ne risponda, e la pena sarà effettiva, ma non efficace, perché troppo distante da quanto accaduto. Sarà una pena incostituzionale. Forse sarai assolto, ma dovrai stare sospeso, per anni e anni. Impossibile fare progetti, perché magari qualcuno cambierà idea su di te.

Se sei stato assolto forse un pm farà appello, e vorrà risentire un testimone, ma lui non si ricorderà come sono andate le cose, dopo tanto tempo. Forse sei stato una vittima, e vorresti una closure che ti aiuti a ricucire lo strappo, oltre al risarcimento del danno patito, “Ci dispiace, abbiamo a cuore i suoi diritti, ed infatti innalziamo le pene, cambiamo le regole, magari l'ascoltiamo in remoto, in tre giorni, ma per questo torni tra qualche anno, non abbiamo fretta”.

Il sonno della ragione erige pali incatenati in strade a senso unico, biascica bias spendibili in salotti televisivi, chiude gli occhi sui fatti di questo mondo per raccontarne altri; il pifferaio suona la sua musica, mentre i topi incantati lo seguono fino al fondo del burrone, dal quale non riusciranno a risalire. Un tempo infinito; mentre anche l'ergastolo si apre alla valutazione dell'Uomo, costruiamo maschere senza volto da indossare, per farci trovare pronti, quando verranno a cercarci, senza che importi se questo è l'Uomo del tempo che fu.