Figlio di un impasto fatto di rabbia, smarrimento e ribellione - ingredienti che sono lo stigma della crisi italiana lo tsunami che sconvolge lo scenario politico e sociale si produce dentro lo stesso schema partecipativo: quello dei movimenti, contemporaneamente anima e midollo di un Paese in cerca di sè stesso. Drappelli di pifferai che nulla hanno di magico e molto di furbesco, hanno provato e provano a irretirli, con scarso successo e appeal decrescente.

I M5S e le “sardine” sono due singulti di una società che vede avvicinarsi il declino e tenta di esorcizzarlo. I grillini l’hanno fatto eccitando la malmostosità che cova nelle viscere, con “l’uno vale uno” brandito non come egualitaria valenza ( nelle opportunità), bensì vindice balestra rancorosa ( nella conquista del potere). Non poteva che finire così, con lo strumento che si ribella all’esecutore, perché capisce che invece di suonare la melodia del cambiamento produce la cacofonia dell’opportunismo. I Cinquestelle hanno sbriciolato capacità, competenza, conoscenza bollandoli come inganni di chi ha a cuore solo l’interesse personale. “I nuovi” hanno scalzato i “vecchi” ma non c’è stato cambiamento bensì solo sostituzione. Guardandosi allo specchio hanno scoperto con terrore di avere l’uno le fattezze dell’altro, semplicemente.

Le “sardine” vogliono sbarazzarsi di populismo e sovranismo, due virus che hanno infettato nel profondo l’immaginario collettivo. «Crediamo nella politica e nei politici con la P maiuscola», affermano. Il punto è capire quanto la politica, maiuscola e minuscola, crede in loro e non li considera massa di manovra da lasciar sfogare per poi meglio annettere. I due movimenti, l’M5S declinante e le “sardine” crescenti, proliferano nel medesimo humus: il nemico da ( ab) battere. La parabola Cinquestelle dovrebbe far da monito ai nuovi arrivati: essere “anti” non basta, è un mosto mefitico che prima inebria e poi uccide. Solo che essere “per” oggi significa una cosa precisa: avere una solida e credibile capacità di governo. Perché i problemi sono noti e arcinoti: le soluzioni, invece, hanno la caratteristica della gassosità. Guai a lasciare senza risposta gli aneliti che arrivano dal profondo degli italiani. Guai ancora di più a illudere col Bengodi a portata di mano. Le “sardine” sono una grande opportunità da non disperdere. Per riuscirci, forse è giusto ricordare che senza partiti le democrazie trasfigurano in democrature. Peggiorano, non migliorano.