Dalla cosiddetta società civile ogni tanto spunta fuori qualcosa di nuovo. Così a Torino quattro madamine hanno riempito la piazza per manifestare a favore della Tav. Così Greta e i suoi gretini ( con la g, a scanso di equivoci, e non con la c) hanno manifestato in gran parte dell’orbe terracqueo a favore dell’ambiente. E nulla di più attuale qui da noi. Perché se la nostra beneamata Costituzione dice che la Repubblica tutela il paesaggio, per decenni ha abbaiato alla luna. Con i risultati che stanno davanti agli occhi di tutti. Venezia è sott’acqua e il Mose resta ancora una chimera. I fiumi esondano. E il terreno frana di continuo.

Ma se madamine e gretini si battono per qualcosa, le sardine no. Loro scendono in piazza contro qualcuno. Sempre lo stesso: Matteo Salvini. Certe anime belle sono andate in brodo di giuggiole. Evviva la differenza, hanno decretato a loro insindacabile giudizio. Basta contestatori violenti. Basta gente dei centri sociali che, incappucciata per non farsi riconoscere, aggredisce le forze dell’ordine e cerca di impedire con la violenza al malcapitato di turno il diritto di parola. Le sardine no. Il loro è un dolce stil novo, parole e musica di Francesco Merlo. Perché si stringono nelle piazze in maniera assolutamente pacifica e l’unica arma che usano è quella dell’ironia.

Le cose, però, non stanno precisamente così. Per cominciare, le sardine non si limitano a esercitare il legittimo diritto di critica. Lo fanno, guarda caso, nello stesso giorno e nella stessa ora delle manifestazioni del leader della Lega. E siccome in omaggio alla legge di Gresham la moneta cattiva scaccia quella buona, i mezzi di comunicazione di massa danno spazio agli slogan delle sardine e oscurano le tesi, condivisibili o meno che siano, manifestate da Salvini nei suoi comizi. Con il risultato che il “Capitano” è offuscato proprio nel bel mezzo della campagna elettorale. Non a caso poco o niente si è saputo di quanto Salvini ha detto sia a Bologna sia a Modena. E proprio a Modena è accaduto qualcosa che ci dovrebbe far riflettere. Com’è noto, l’articolo 16 della nostra Legge fondamentale stabilisce che ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale. Ma il diritto di ogni cittadino per Salvini non vale. Avrebbe voluto concedersi una passeggiata per le vie del centro e conversare con i negozianti. E invece ha preferito soprassedere perché sarebbe stato tallonato da vicino dalle acciughe che arrivavano da ogni parte.

Ma poi, di grazia, dov’è l’ironia di costoro? Ognuno può cantare ciò che vuole: da “Papaveri e papere” a “Bella ciao”. Ci mancherebbe. Ma se si canta Bella ciao in polemica con Salvini, si dà ad intendere che i nazifascisti battono alle porte e il loro capo, manco a dirlo, è l’ex ministro dell’Interno. Non un politico come tutti gli altri, dunque. Ma un pericolo pubblico numero uno. Un nemico del popolo che merita di essere posto a testa in giù. Come aveva messo in un post una delle organizzatrici della contestazione ittica di Modena: tale Samar Zaoui, di origini tunisine. E’ singolare che tra i promotori delle giornate bolognesi e modenesi ci siano diversi stranieri. I quali, ci mancherebbe, hanno pieno diritto di manifestare liberamente il loro pensiero. Ma dovrebbero farlo con un grammo di giudizio. Perché, ai sensi della Costituzione più bella del mondo, solo ai cittadini spetta di concorrere alla determinazione della politica nazionale.

Del resto, le loro parole d’ordine sono degne dell’asilo Mariuccia. Contestano la politica del presunto odio di Salvini, ma sono loro a tallonarlo dappertutto. E in maniera ossessiva. Non è forse odio tutto ciò? E non si contano, per dirla con Ettore Petrolini, le frasi sfatte. “Modena non si lega”. “In Emilia non abbocchiamo, non ci facciamo prendere all’amo”. “Eravamo dei perfetti sconosciuti e guardate cosa siamo riusciti ad organizzare, fateci un applauso”. “Chi non salta un fascista è”. Con queste amenità credono di essere creativi e s’illudono che tutto il mondo li guardi. A riprova che il momentaneo successo può dare alla testa.

Fatto sta che gli alti papaveri del Pd li considerano, come si diceva una volta, degli utili idioti. Si sentono dei miracolati ed esultano. Così il governatore Bonaccini si frega le mani e dichiara: “Neppure Modena abbocca alla propaganda della Lega”. La viceministra all’Istruzione Anna Ascani scrive: “Grazie Modena”. Zingaretti, che con la trovata dello ius soli sta rovinando la corsa di Bonaccini, prorompe in un evviva alle sardine. Gentiloni non sta nella pelle perché “piovono sardine”. Dulcis in fundo, Speranza si limita a un “Grazie Modena”. Tutti costoro danno per scontato che le sardine siano cosa loro, un bottino già acquisito. Ma la cosa è tutta da vedere. E poi l’eterogenesi dei fini è una gran brutta bestia. Ricordate i girotondini? Grazie a loro, Berlusconi vinse alla grande le elezioni.