«Mi farebbe piacere che ogni nuova norma, oltre alla copertura finanziaria, prevedesse anche la copertura “giudiziaria”, cioè l’indicazione dei mezzi e delle risorse che lo Stato ritiene indispensabili affinché la giurisdizione sia in grado di gestire le nuove fattispecie». Liana Esposito, già componente della Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati, pm alla Procura di Napoli, ha partecipato ai tavoli voluti dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sulla riforma del processo penale.

«Ho partecipato al primo di questi incontri - racconta al Dubbio - dove si iniziò a discutere di come migliorare il nostro processo penale. Insieme anche agli avvocati furono avanzate una serie di proposte per semplificare il rito».

Ad esempio?

Aumentare i riti premiali e procedere con la depenalizzazione.

Adesso, invece, pare che si voglia prendere una strada diversa, soprattutto in materia di contrasto all’evasione fiscale.

Non sono più in Giunta da quale mese e non sono quindi a conoscenza degli ultimi sviluppi delle interlocuzioni con il ministro. Ho letto però che si vuole modificare la legislazione sul punto, prevedendo forti sanzioni penali.

Può dirci la sua opinione?

Non siamo nuovi ad oscillazioni di questo tipo: da un lato si devono tutelare le normali esigenze di garanzia, dall’altro si devono dare risposte ai cittadini onesti.

Rientra nelle scelte del governo?

Certo, ogni governo adotta una sua politica fiscale. Non voglio esprimere giudizi al riguardo.

Ma una depenalizzazione non aiuterebbe un sistema già al collasso?

La depenalizzazione in tale ambito riguardava ipotesi minori. Se il governo ritiene che sopra una certa soglia l’evasione diventi reato bisognerà prenderne atto. Si tratta, da parte dell’esecutivo, di dare risposte di giustizia sociale.

Quindi nessun appunto?

Ripeto, sono scelte di politica criminale del legislatore su cui non bisogna interferire.

Il dato di fatto resta sempre lo stesso: non è possibile perseguire tutti i reati.

Il sistema gira a vuoto da tempo. Questo è chiaro.

Soluzioni?

Una domanda minore di giustizia, maggiore senso delle regole, e sanzioni ‘ effettive’. E’ frustrante iniziare un processo sapendo che poi andrà in prescrizione. Però non si può neppure tenere una persona imputata per tutta la vita.