Il governo rosso- giallo ha un problema procedurale imminente. E, come si sa, i problemi ‘ procedurali’ sono questioni politiche. Il tema riguarda la legge di bilancio, ovvero il documento economico che il governo si appresta a presentare alle Camere. Si tratta del provvedimento più importante di politica di bilancio del nostro paese.

La ‘ Finanziaria’ rosso- gialla, ( la denominazione ‘ Finanziaria’ è ormai desueta e sbagliata: con la legge del 2016 si deve parlare di ‘ legge di bilancio’) ha un problema che potrebbe metterla in pericolo e che quindi potrebbe determinare una seria crisi politica, per il governo e per il paese.

Per capire meglio di che cosa si tratta, dobbiamo guardare date e scadenze. Entro il 15 ottobre di ogni anno, il governo nazionale deve inviare alla Commissione europea in carica, lo schema riassuntivo della manovra finanziaria che intende approvare, il cosiddetto ‘ documento programmatico di bilancio’. Entro il 20 ottobre, in teoria, il governo dovrebbe poi mandare al Parlamento la legge di bilancio vera, ovvero norme e tabelle della politica di bilancio nazionale per l’anno successivo nel quadro di una programmazione triennale. In tal modo, il governo dovrebbe avere sotto il suo controllo per i tre anni, le scelte principali di politica economica e inquadrare in esse le decisioni concrete di bilancio valide per l’anno successivo. Dopo essere arrivata in Parlamento, prima in una camera e poi nell’altra, la legge di bilancio deve essere discussa ed eventualmente emendata, in attesa però delle ‘ osservazioni’ della Commissione europea. Queste osservazioni ci giungono entro il 30 novembre.

Per l’Italia esse sono particolarmente cogenti grazie all’enorme debito pubblico che abbiamo accumulato dagli anni Ottanta in poi e che ci rendono particolarmente vulnerabili alle pressioni degli investitori finanziari. Proprio la nostra adesione all’euro, seconda valuta del sistema monetario mondiale che gode di una importante credibilità, queste pressioni sono sostanzialmente molto moderate. Ma la nostra condizione economica di bassa produttività e finanziaria di necessità di ricorrere pesantemente agli investitori internazionali per il finanziamento del debito pubblico, rendono delicate le ‘ osservazioni’ dell’Unione europea. Queste ‘ osservazioni’ vengono considerate un importante fonte di informazioni e un decisivo campanello di allarme sull’Italia da parte dei famosi ‘ mercati’.

Morale: l’attesa delle ‘ osservazioni’ della Commissione europea è sempre scandita da polemiche. Ma questa attesa in Parlamento vuol dire discussioni e votazioni su emendamenti ed articoli della legge di bilancio prima che arrivino le notizie da Bruxelles.

Quando esse, finalmente, giungono, arriva anche l’ora di straordinario per il ramo del Parlamento che ha in carico l’esame della legge di bilancio. A quel punto infatti, quel ramo del Parlamento deve vedersela non tanto con il vecchio schema della ‘ finanziaria’ quanto con una proposta nuova, spesso radicalmente diversa.

A quel punto, quel ramo del Parlamento deve esaminare molte proposte fino ad arrivare al ‘ ma- xi- emendamento’ del governo sul quale viene posta la ‘ questione di fiducia’. In tal modo un provvedimento estremamente complesso per ‘ peso’ e per articolato, diventa un unico articolo con tantissimi commi. Diventa cioè una cosa che è stata criticata da fonti autorevoli della stessa Consulta. La Costituzione infatti dice che ogni legge deve essere approvata articolo per articolo e nella sua interezza da entrambe le Camere. Trasformare quindi un provvedimento complesso in un unico articolo sembra fare a botte con la nostra carta fondamentale.

Anche per questa ragione, l’esame delle competenti commissioni parlamentari, in particolare delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato diventa ancora più cruciale. In un Parlamento democratico e quello italiano non fa certo eccezione, i provvedimenti normalmente devono essere esaminati in commissione e in aula. E qui arriviamo al nodo. Normalmente la finanziaria ha tre esami parlamentari: il primo è quello della Camera che lo riceve a metà ottobre; il secondo è quello decisivo perchè deve accogliere i cambiamenti proposti dall’Europa; il terzo tendenzialmente è quello di mera ratifica definitiva. Quest’anno il primo esame tocca al Senato; il secondo, quello decisivo, alla Camera. I cambiamenti importanti saranno decisi lì. Ma a Montecitorio la Commissione Bilancio, il centro chiave in questo processo emendativo, è presieduta da Claudio Borghi, esponente della Lega, seguace‘ No Euro’. Gli emendamenti approvati in Commissione di regola entrano nel successivo ‘ maxi- emendamento’ della fiducia; quelli respinti no.

Morale: dato che il presidente della commissione ha un grosso potere per guidare i lavori della finanziaria e dato che i cambiamenti rilevanti dovranno essere introdotti a Montecitorio dove ‘ regna’ al Bilancio il leghista anti- Euro Borghi, è facile immaginare che tutto ciò potrebbe far disastrosamente deragliare la legge di bilancio ‘ rosso- gialla’. A meno che la maggioranza non decida di prendere tempo in Senato per fare in modo che gli emendamenti ‘ europei’ siano introdotti a Palazzo Madama e la legge possa essere ‘ blindata’ a Montecitorio. Attenzione Bruxelles, abbiamo un problema!