Eh sì, siamo sempre lì. Guatando la spinta a risolvere attraverso scorciatoie e furbizie questioni che richiedono altro: per esempio una forte capacità politica. Due o tre esempi per capirci. Luigi Di Maio vuole abolire il vincolo di mandato - oppure, più prosaicamente, monetizzarlo - per frenare l’emorragia di parlamentari malmostosi verso la sua leadership e le scelte sulle alleanze. Vuole cioè bypassare con misure coercitive un problema squisitamente politico: il cambio di linea dei Cinquestelle e l’appannamento della sua presa sul MoVimento.

Nel campo della sinistra, Matteo Renzi ha contro- strambato rispetto al colpo di timone da lui stesso impresso solo pochi giorni prima. Ha azzoppato l’altro Matteo sbarrando la strada alle elezioni anticipate e avviando l’accordo di governo del Pd con il M5S. Salvo poi abbandonare i Democratici per costruirsi una sua scialuppa. Ma la scissione, invece di occultare, squaderna un immenso iceberg politico: anche qui la leadership dell’ex premier e la compatibilità con il nuovo quadro di comando del Nazareno. Infine Salvini. Vuole imporre il sistema elettorale maggioritario per murare la strada ai proporzionalisti che mirano a marginalizzarlo. Per farlo, non esista a strizzare Berlusconi e FI ( i quali bordeggiano senza rotta) immaginando attraverso un escamotage di tecnica elettorale di risolvere la questione del rapporto con la fascia più moderata del centrodestra.

Tre esempi per tornare a mettere il dito su un tema già analizzato su queste colonne e che giorno dopo giorno si impone: l’incapacità della Politica di avere un pensiero lungo, di sillabare il necessario vocabolario tattico- lessicale per spiegare agli italiani cosa sta accadendo e il senso di alcune scelte. Invece sceglie il silenzio. Non parla, non chiarisce, non dibatte, non si confronta. Al massimo qualche tweet con foto annesse; un paio di App più o meno azzeccate e rilucenti; il passaggio per una cerchia di eletti ( o Elevati?) su una piattaforma digitale privata per confermare decisioni assunte altrove, magari sul divanetto di un albergo. Si comporta così perché tragicamente ritiene che in questo modo tutto sia più facile. Che esorcizzando o ignorando i temi scottanti, il resto fili liscio e gli italiani se ne facciano una ragione.

Invece - verrebbe da dire: inesorabilmente - accade il contrario. Cioè che i cittadini si allontanino e i loro rappresentanti politici guardino attoniti il rompicapo che hanno prodotto. Provando a romperlo. Rendendolo esplosivo.