Davide Casaleggio annuncia al Corriere della sera che il primo ottobre sarà all'Onu per promuovere una risoluzione «a difesa dei diritti di cittadinanza digitale» e scoppia la polemica politica. «L'evento è stato organizzato e promosso dal governo italiano, attraverso la Rappresentanza Permanente italiana alle Nazioni Unite. Finalmente l'Italia guarda al futuro», dice il presidente dell'Associazione Rousseau, prima di specificare: «Naturalmente non viaggerò con la delegazione del governo e le mie spese le gestirò in autonomia. Per altro sono già negli Stati Uniti da ieri per lavoro». Ma opposizione e alleati vogliono vederci chiaro sul perché un manager di un'associazione privata partecipi a un incontro promosso dal governo. «Casaleggio è stato multato dal Garante per la privacy, incredibile che parli ad un evento collaterale all'Onu a nome del governo italiano. Chi lo ha deciso?», si chiede su Twitter il capogruppo del al Senato, Andrea Marcucci. Di conflitto d'interessi parla invece Matteo Orfini, che scrive sui suoi canali social: «Capisco che ora siamo al governo insieme ma proprio per questo dobbiamo dirci la verità: che il governo italiano organizzi la presenza di Casaleggio all'Onu per promuovere la sua associazione non è normale. A proposito di conflitto di interessi». Ancora più critica la grillina eretica, e sempre a un passo dall'espulsione, Elena Fattori, che senza mezzi termini commenta: «Casaleggio all'Onu rappresenta un vergognoso conflitto di interessi. Davide oltre a essere fondatore del Movimento 2.0 è anche imprenditore. Rousseau non è un asset pubblico ma appartiene a una Associazione. Non è a disposizione dei cittadini italiani a seguito di una gara pubblica ma è pertinente a una singola forza politica». E sul conflitto di interessi si concentra anche la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «Il governo in cui siede Di Maio, ministro degli Esteri e capo politico del M5S, organizza all'Onu un evento sulla cittadinanza digitale e invita Davide Casaleggio a promuovere il progetto Rosseau», è la premessa del suo ragionamento. «Nessuno ha niente da dire su questo enorme conflitto di interessi? Cercasi coerenza Cinquestelle». Gli ex alleato della Lega invece si sono accorti di una «pericolosa commistione tra le attività istituzionali dell'esecutivo e una realtà giuridicamente privata che con il M5s intrattiene rapporti di natura così strutturale e consolidata che è difficile definire dove inizi l'uno e dove finisca l'altro». Per queste ragioni, «giovedì l' argomento sarà oggetto di Question Time urgente in commissione esteri dove come Lega chiederemo al governo di definire i contorni di questa ben poco chiara vicenda», annuncia il leghista Eugenio Zoffili.