Le parole forti, significative, della piccola, tenace Greta Thunberg al vertice delle Nazioni Uniti hanno davvero scosso le coscienze di tutti: «Avete rubato la mia infanzia con le vostre parole vuote. Gli occhi delle future generazioni sono su di voi. Il mondo si sta svegliando e il cambiamento arriverà che vi piaccia o no». Salvaguardare l’ambiente, la natura, mettere al centro la vita umana ed il lavoro è quello che chiediamo anche noi come Cisl.
Per questo venerdì 27 settembre parteciperemo, senza striscioni o bandiere, alle tante manifestazioni promosse in oltre cento città italiane dal movimento Fridays for future.
La Cisl ci sarà convintamente con tanti suoi iscritti, con i delegati, gli attivisti, i dirigenti, insieme a tante categorie, a partire dalla Cisl Scuola, per rivendicare una svolta decisa di contrasto e di lotta ai cambiamenti climatici. La nostra organizzazione è impegnata con Cgil e Uil a promuovere incontri con i datori di lavoro per verificare gli impegni per il rispetto dell’ambiente e la riduzione dei fattori inquinanti nelle diverse attività produttive.
Contiamo di organizzare tante assemblee unitarie di dibattito con i lavoratori sulla necessità di avviare nelle fabbriche, negli uffici, in tutti i luoghi di lavoro, interventi concreti di miglioramento dell’impatto ambientale e di riduzione dei consumi dell’energia e delle risorse naturali. Lo faremo a partire dalle nostre sedi sindacali, qualificando gli acquisti a favore dei prodotti ‘ verdi’, monitorando i consumi energetici e spingendo verso l’utilizzo delle fonti rinnovabili.
Questa è la strada che può costituire anche un riferimento per l’azione contrattuale dei nostri delegati nei posti di lavoro. Verificheremo con le associazioni imprenditoriali, a partire dalla Confindustria, la possibilità di definire nell’ambito del Patto per la Fabbrica, un capitolo specifico per un sistema industraiele produttivo più verde e solidale. Sono impegni che dobbiamo alle legittime preoccupazioni dei nostri giovani. Ma sono anche la risposta che dobbiamo dare all’appello della ‘ Laudato Sii ‘ di Papa Francesco a protezione dei più poveri e deboli della terra che, dall’Amazzonia all’Africa, pagano per primi gli effetti dell’emergenza climatica.
Si deve puntare ad uno sviluppo industriale compatibile con la tutela dell’ambiente, con la salubrità dell’aria, dell’acqua, dei nostri mari, con la sicurezza del territorio e dei luoghi di lavoro. Anche la digitalizzazione e le nuove tecnologie vanno messe al servizio di questi obiettivi. Il progresso scientifico non deve distruggere la terra ma deve puntare al miglioramento della qualità della vita, della salute e di migliori condizioni nel mondo del lavoro.
Per questo dovremmo investire di più sull’innovazione, sulla ricerca, sulla formazione delle nuove competenze. Questo è quello che ci chiedono i giovani. Ma soprattutto bisogna puntare su nuove fonti energetiche per ridurre l’utilizzo degli idrocarburi, investire con decisione sull’auto elettrica, sui trasporti ‘ verdi’, su ferrovie, metropolitane, porti, per ridurre il traffico su gomma.
E’ davvero significativo che questa grande mobilitazione sia partita dai giovani. Sta a noi creare le condizioni perchè ciascuno di questi ragazzi abbia davvero un futuro migliore, a partire dal tema del lavoro, perchè senza lavoro non c’è libertà, democrazia, progresso.
Clima, sviluppo, sicurezza, tutela del territorio non sono in antitesi ma devono diventate un vero modello sociale. Accompagnare la transizione ed i cambiamenti del lavoro è la grande sfida della nostra generazione.
Così come va recuperato il valore dell’umanesimo sociale e della dignità della persona, cambiando le parole d’ordine che abbiamo ascoltato nei mesi scorsi e riscoprendo una solidarietà praticata.
Dobbiamo farlo per Greta e per tutti quei giovani che in queste giornate ci hanno dato una lezione di grande responsabilità e maturità.
La battaglia di Greta è la nostra
Le parole forti, significative, della piccola, tenace Greta Thunberg al vertice delle Nazioni Uniti hanno davvero scosso le coscienze di tutti: «Avete rubato la mia infanzia con le vostre parole vuote. Gli occhi delle future generazioni sono su di voi. Il mondo si sta svegliando e il cambiamento arriverà che vi piaccia o no». Salvaguardare l’ambiente, la natura, mettere al centro la vita umana ed il lavoro è quello che chiediamo anche noi come Cisl.
Per questo venerdì 27 settembre parteciperemo, senza striscioni o bandiere, alle tante manifestazioni promosse in oltre cento città italiane dal movimento Fridays for future.
La Cisl ci sarà convintamente con tanti suoi iscritti, con i delegati, gli attivisti, i dirigenti, insieme a tante categorie, a partire dalla Cisl Scuola, per rivendicare una svolta decisa di contrasto e di lotta ai cambiamenti climatici. La nostra organizzazione è impegnata con Cgil e Uil a promuovere incontri con i datori di lavoro per verificare gli impegni per il rispetto dell’ambiente e la riduzione dei fattori inquinanti nelle diverse attività produttive.
Contiamo di organizzare tante assemblee unitarie di dibattito con i lavoratori sulla necessità di avviare nelle fabbriche, negli uffici, in tutti i luoghi di lavoro, interventi concreti di miglioramento dell’impatto ambientale e di riduzione dei consumi dell’energia e delle risorse naturali. Lo faremo a partire dalle nostre sedi sindacali, qualificando gli acquisti a favore dei prodotti ‘ verdi’, monitorando i consumi energetici e spingendo verso l’utilizzo delle fonti rinnovabili.
Questa è la strada che può costituire anche un riferimento per l’azione contrattuale dei nostri delegati nei posti di lavoro. Verificheremo con le associazioni imprenditoriali, a partire dalla Confindustria, la possibilità di definire nell’ambito del Patto per la Fabbrica, un capitolo specifico per un sistema industraiele produttivo più verde e solidale. Sono impegni che dobbiamo alle legittime preoccupazioni dei nostri giovani. Ma sono anche la risposta che dobbiamo dare all’appello della ‘ Laudato Sii ‘ di Papa Francesco a protezione dei più poveri e deboli della terra che, dall’Amazzonia all’Africa, pagano per primi gli effetti dell’emergenza climatica.
Si deve puntare ad uno sviluppo industriale compatibile con la tutela dell’ambiente, con la salubrità dell’aria, dell’acqua, dei nostri mari, con la sicurezza del territorio e dei luoghi di lavoro. Anche la digitalizzazione e le nuove tecnologie vanno messe al servizio di questi obiettivi. Il progresso scientifico non deve distruggere la terra ma deve puntare al miglioramento della qualità della vita, della salute e di migliori condizioni nel mondo del lavoro.
Per questo dovremmo investire di più sull’innovazione, sulla ricerca, sulla formazione delle nuove competenze. Questo è quello che ci chiedono i giovani. Ma soprattutto bisogna puntare su nuove fonti energetiche per ridurre l’utilizzo degli idrocarburi, investire con decisione sull’auto elettrica, sui trasporti ‘ verdi’, su ferrovie, metropolitane, porti, per ridurre il traffico su gomma.
E’ davvero significativo che questa grande mobilitazione sia partita dai giovani. Sta a noi creare le condizioni perchè ciascuno di questi ragazzi abbia davvero un futuro migliore, a partire dal tema del lavoro, perchè senza lavoro non c’è libertà, democrazia, progresso.
Clima, sviluppo, sicurezza, tutela del territorio non sono in antitesi ma devono diventate un vero modello sociale. Accompagnare la transizione ed i cambiamenti del lavoro è la grande sfida della nostra generazione.
Così come va recuperato il valore dell’umanesimo sociale e della dignità della persona, cambiando le parole d’ordine che abbiamo ascoltato nei mesi scorsi e riscoprendo una solidarietà praticata.
Dobbiamo farlo per Greta e per tutti quei giovani che in queste giornate ci hanno dato una lezione di grande responsabilità e maturità.
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