La giustizia del Movimento 5 Stelle non può essere letta in un’unica luce. C’è sì, l’approccio “general preventivo” in campo penale, ma esiste anche un’attenzione a un’idea sociale di giustizia e di accesso ai diritti che non può restare in ombra. Lo si coglie nella mossa compiuta ieri dai deputati che rappresentano il Movimento in seconda commissione: hanno assicurato, in una nota, di voler incardinare «il prima possibile» il ddl sul patrocinio a spese dello Stato.

Secondo la delegazione 5 Stelle nella commissione Giustizia, ora è necessario «entrare nel vivo dell’esame del testo». Il Movimento decide dunque di puntare con forza sul «disegno di legge promosso dal ministro Bonafede prima della pausa estiva», fino a chiedere «la massima collaborazione di tutte le forze politiche, perché in situazioni come questa si deve prescindere dal colore e dall’appartenenza». E il valore richiamato dai deputati del Movimento è appunto quello della «equità sociale» e della «piena attuazione» del «principio costituzionale del diritto di difesa, espresso nell’articolo 24 della nostra Carta Fondamentale».

Si vede dunque un’idea di giustizia aperta ai cittadini mostrata già in altre occasioni dai 5 Stelle. Dal guardasigilli Bonafede quando, per esempio, ha prefigurato il ripristino di alcune sedi giudiziarie soppresse. Ora, con il ddl sul patrocinio a spese dello Stato, presentato dal ministro sulla base delle proposte del Cnf, si punta ad «avvicinare i cittadini alle istituzioni e restituire loro la fiducia nella giustizia». Obiettivi, dicono i 5 Stelle della seconda commissione, che sono sempre stati «tra le nostre priorità. Si tratta di un provvedimento necessario e molto importante perché rappresenta un’ulteriore garanzia di equità sociale», ricordano ancora, «consentendo a più persone di accedere alla giustizia a spese dello Stato. Il disegno prevede, infatti, di poter accedere al beneficio anche nelle ipotesi di negoziazione assistita quando sia obbligatoria prima del giudizio vero e proprio e sia stato raggiunto un accordo tra le parti», si legge nella nota. «In questo modo si favoriranno soluzioni alternative alle cause in Tribunale e si alleggerirà il carico di lavoro dei giudici. Ulteriore importante novità, poi, riguarda la possibilità di ottenere l’assistenza legale gratuita da parte delle vittime di maltrattamenti in famiglia e di violazione degli obblighi di assistenza familiare, a prescindere dai limiti di reddito, nonché per le vittime del reato di tortura, in recepimento della Convenzione di New York del 1984. È un buon testo di partenza», spiegano i deputati M5S della commissione, «che ha come obiettivo principale una giustizia più a portata di cittadino, ma che al contempo consentirebbe anche di rimediare ad alcune disfunzioni dell’attuale normativa, con maggiori garanzie a favore dei professionisti», ossia degli avvocati. Coinvolti fin dall’inizio, attraverso l’istituzione forense, nell’iniziativa di Bonafede, che ora vede i deputati 5 Stelle impegnati a ottenere un rapido via libera in Parlamento.