«In cuor mio mi auguro che abbiano ragione, ma non riesco a sposare completamente questa posizione». Così, dopo Matteo Richetti e Carlo Calenda, la direzione del Pd perde anche Roberto Giachetti. Lui, frontman dei renziani al passato congresso e tra gli sponsor del “senza di me”, che in campagna elettorale aveva sostenuto il no a qualsiasi alleanza coi 5 Stelle, fa un passo indietro.

Un passo indietro che sa di primo passo verso la nuova creatura di Matteo Renzi. Anche se, nei fatti, la scelta è solo sua: lo stesso Giachetti elenca infatti i nomi della neo viceministra Anna Ascani e Luciano Nobili, sostenitori di questo governo e suoi ex compagni di viaggio durante le primarie. «Sono convinto che abbiano ragione quelli che avallano questo governo, ma questo vuol dire che io ho sbagliato qualcosa e ho fatto un errore di valutazione politica», dice in un video sulla sua pagina Facebook, «e gli errori di valutazione in politica si pagano, quindi traggo le mie conseguenze».

Fuor di metafora, il ragionamento suona più o meno così: pur convinto della bontà di questo governo, non sono in grado di sposarne in pieno i presupposti. Ergo, lo sostengo ma mi faccio da parte. Anche perchè, continua Giachetti, «è importante che il sostegno al governo sia garantito da chi ha convintamente fatto questa scelta, quindi io non posso stare più nella cabina di regia del mio partito».

Qualche richiesta di ripensamento è arrivata, ma non dal segretario Zingaretti. «Io penso che per guidare un percorso come quello che ci attende serva il contributo di chi ne diffida e persino di chi è stato contrario. Per questo spero che Roberto Giachetti ci ripensi e rimanga in direzione», ha scritto il vicesegretario Andrea Orlando. Ma, nel magma dem, la “placca” Giachetti ( per ora solo, ma chissà) sembra aver già iniziato la sua deriva verso nuovi lidi.