Sui colpi di scena e di sole di questa pazza estate e sulla spregiudicatezza di chi, all’improvviso, ha mangiato una ' fiorentina' dopo essersi proclamato vegano fino ad un ora prima, è inutile insistere. I commenti grondanti indignazione, non sempre sincera, si sono sprecati. Al pari dei sondaggi. Casomai è più utile chiedersi cosa potrebbe accadere ora che Cinquestelle, Pd e LeU, fino a ieri fratelli coltelli, si accingono a governare insieme.

Pochi mesi basteranno per sapere quali cambiamenti il Conte bis determinerà nelle politiche economiche, sociali e in quelle su immigrazione, sicurezza, diritti civili. Tanto vale attendere e non avventurarsi in spericolate profezie. A quelle ci stanno già pensando i partiti.

Molti hanno con ragione osservato che la nuova maggioranza ha un obiettivo non dichiarato ma ben fisso nella mente: durare fino al 2023 ed essere quindi nella condizione di scegliere il successore di Mattarella. Pochi hanno invece evidenziato che le menti più lucide della nuova maggioranza già pensano ad un ambizioso progetto di sistema: la rifondazione su basi totalmente nuove del centrosinistra.

Nel Pd come nel M5S sono numerosi coloro che non escludono intese politiche più o meno esplicite fin per le imminenti elezioni regionali: insieme come a Roma per evitare che Toscana ed Emilia Romagna, ex roccaforti rosse, possano essere espugnate da Salvini. Nel 2018 molti elettori del Pd votarono Cinquestelle e non è irrealistico pensare che, ora che i due partiti governano insieme, possano tornare almeno in parte al primo amore.

Né è irrealistico ipotizzare che anche i Cinquestelle possano recuperare parte del consenso perduto a causa del governo con la Lega. Ovviamente tutto dipenderà dai fatti, cioè dal gradimento degli italiani per l’operato del governo Conte: ma sicuramente non sono pochi i dirigenti piddini e pentastellati che si augurano che il matrimonio, d’interesse o d’amore che sia, duri a lungo.

Ma se nella nuova maggioranza il cantiere della strategia politica si è riaperto, nell’ex centrodestra si continua ancora solo con massicce dosi di propaganda. Salvini riempirà le piazze e Meloni le strade. Entrambi urleranno contro tutto e tutti : l’osceno ribaltone (?); il Quirinale, l’Ue nemica dei popoli sovrani, gli immigrati, le tasse, i poteri forti, eccetera. Più silenziosamente Forza Italia continuerà a sperare nelle armi segrete del Cavaliere e a spegnersi tristemente.

Possibile che quasi nessuno tra i dirigenti di quel che fu il Popolo della Libertà si renda conto che è tempo di abbandonare i comizi urlati ed è ora di tornare al ' pensiero lungo' della Politica con la P maiuscola? Davvero: ma se non ora, quando?