Beppe Grillo sceglie di parlare per metafore, ma le bordate arrivano comunque forti. Il Garante del Movimento cinque stelle ha pubblicato un post più che sibillino sul suo blog: il titolo “Ho incontrato Dio”, poi un lungo monologo in cui Dio parla direttamente con lui e gli chiede conto delle sue scelte.

«Sbaglio oppure una delle paure più diffuse oggi in Italia è che lei torni in campo, signor Giuseppe? Lei è il lessico, il vocabolario, della politica e del paese a partire dal V- Day. Lei è effetto e causa perfettamente pesati dell’oggigiorno. Senza vaffa in pratica non c’è sostanza e non si va da nessuna parte. Senza vaffa mancano nord e sud, est ed ovest caro Giuseppe. E lei cerca di rinchiudersi nel suo guscio sul mare...», un flusso di coscienza che sembra anche una sorta di j’accuse nei confronti di un Movimento che ha perso i connotati del vaffa, soprattutto in questa fase di consultazioni.

«Capisce quello che le dico Giuseppe? Si era messo sul suo palco trapiantato in una piazza a sbraitare di ladri ed economia, di un Parlamento con più ladri che a Scampia. Non esistono ladri, non esiste economia, non esiste la democrazia e non c’è nessun Ovest. Esiste soltanto un unico, intrecciato, multivariato dominio dell’avidità...», continua il post, che poi fa un riferimento che a molti è apparso eloquente: «Da cosa crede sia mosso il poppante che ciuccia? Dal bisogno forse? No quella è semplice, essenziale, naturale ed ecologica avidità», con “il poppante” che potrebbe essere proprio Di Maio, oggi alla spasmodica ricerca di una collocazione nel futuro governo.

Grillo poi analizza a modo suo lo svolgimento della crisi, scrivendo che «un giorno, i nostri figli, vedranno quel mondo perfetto: opinioni diverse ed opposte cammineranno tenendosi per mano cantando una pastorale», ma in questo mondo «Nessuno ascolterà nessuno, lo è stato sin da quando l’uomo è uscito dal magma. E lei ha osato interferire con queste leggi primordiali con i suoi vaffa, generando rischiose differenze, visibili contraddizioni, fiducioso di un uomo affrancato dalla natura».

Alla fine, Grillo si lancia un auto- appello: «Ora, faccia rientrare i vaffa signor Giuseppe, lasci che il mondo torni alle sue piccole diplomatiche faccende, smetta subito di interferire con le primordiali leggi della dicitura e lasci ad ognuno la sua mediocrità».

Una sorta di desistenza, quella vagheggiata da Grillo, che però termina con un incoraggiamento a lui da parte di Dio: «Li lasci lì senza un linguaggio: che la Babele si scateni». Come a dire che, senza di lui, il Movimento non avrà più nessuna lingua che il popolo possa capire.