Dopo 20 giorni passati al largo di Lampedusa, i migranti della Open Arms hanno iniziato lo sbarco. Lo ha deciso il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, che ha disposto il sequestro della nave della Ong spagnola a causa della «grave situazione sanitaria».

La decisione della procura arriva nelle ore finali del governo Conte a seguito della lunga ispezione che aveva eseguito personalmente Patronaggio, salito a bordo della nave intorno alle 14.30 di ieri, accompagnato da staff medico e polizia giudiziaria.

Il sequestro è stato disposto nell’ambito di un’indagine che ipotizza i reati di abuso di ufficio e omissione di atti di ufficio, al momento a carico di ignoti. Ne dà notizia sul suo profilo Facebook il ministro Salvini, corso al Viminale dopo la replica in Senato per ribadire la linea dura: «Qualcuno nel nome del governo dell’inciucio vuole riaprire i porti ma finché campo io difenderò la sovranità del mio paese.»

Il Procuratore Patronaggio è una vecchia conoscenza del ministro degli Interni a partire dall’indagine per sequestro di persona che aveva coinvolto Matteo Salvini per il caso della nave Diciotti. «Se qualcuno pensa di spaventami con l’ennesima denuncia e richiesta di processo, si sbaglia», prosegue Salvini, dando seguito al braccio di ferro tra il Viminale e la Magistratura.

L’epilogo della lunga vicenda della Open Arms arriva dopo una giornata di crescente tensione, appelli umanitari e immagini drammatiche. In molti infatti avevano abbandonato l’imbarcazione lanciandosi dal ponte dell nave nel tentativo di raggiungere la riva a nuoto. La Guardia costiera aveva recuperato a più riprese i naufraghi per poi trasferirli sul molo di Lampedusa e condurre accertamenti medici. Una volta in mare infatti, per i migranti è scattato l’obbligo si soccorso e assistenza da parte delle autorità italiane, secondo la convezione di Amburgo del 1979 che impone di sbarcare le persone salvate in mare nel porto sicuro più vicino.

Si è rivelata inutile, intanto, l’iniziativa del governo spagnolo, che ieri aveva deciso di inviare un’mbarcazione militare per soccorrere e scortare la Open Arms fino al porto di Palma, a Maiorca.

Ci sarebbero voluti circa tre giorni perché la nave Audaz della marina spagnola, salpata nel pomeriggio di ieri dalla base militare di Rota, vicino Cadice, raggiungesse l’isola italiana, ma la notizia era stata accolta da subito positivamente dal governo italiano. Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, dopo giorni di contrattazione in merito alle modalità di trasferimento dei migranti, aveva definito l’apertura del governo spagnolo «una buona notizia», e si auguara che questi «si impegni a fermare per il futuro la Open Arms, con i mezzi e i modi che ritiene più opportuni» . Il rischio di stragi in mare non lascia comunque le acque del Mediterraneo, dove un’altra nave che opera per conto di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere, la Ocean Viking, è ferma da 11 giorni tra la Sicilia e Malta con a bordo 356 persone.