Martedì prossimo, dopo 8 anni da quando è stato istituito alla regione, l'Assemblea legislativa d'Abruzzo procederà all'elezione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Sì, perché nonostante la legge istitutiva del 31 agosto 2011 n. 54, a tutt'oggi l'Abruzzo – assieme alla Calabria - è la seconda Regione italiana a non aver provveduto, complice una legge regionale che richiede la maggioranza dei due terzi dei voti favorevoli. Nico Di Florio e Valerio Federico, rispettivamente coordinatore di + Europa Pescara e componente della Direzione Nazionale, il mese scorso avevano chiesto un immediato incontro con il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e la calendarizzazione dell'elezione, così come richiesto dall'esponente radicale Alessio Di Carlo.

Più volte, nel corso di questi anni, il consiglio regionale si è riunito, ma sempre fumata nera. Fino a poco tempo fa, la candidata più gettonata era l’esponente del Partito Radicale Rita Bernardini. Ma ora non è più in lista. E lo ha deciso lei di non ripresentarsi, visto i continui ostruzionismi da parte di alcuni consiglieri, soprattutto grillini. Al riguardo si è espresso l’ex consigliere regionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo: «Come autore della legge, approvata con grande ritardo dopo una lunga battaglia, non posso che esprimere amarezza per il fatto che il Consiglio Regionale non sia stato capace di convergere nella passata legislatura regionale sulla nomina di Rita Bernardini proposta dallo scomparso Marco Pannella».

Acerbo poi sottolinea: «La mediocrità del ceto politico abruzzese, dal PD al centrodestra al M5S, ci ha privato del contributo di una delle maggiori esperte di problemi carcerari che ci sia nel nostro paese. In particolare demenziale che il M5S abbia negato il proprio voto favorevole perché Rita era stata condannata per la disobbedienza civile contro il proibizionismo sulla cannabis Un’occasione persa per la nostra regione. Spero che ora non si proceda a una nomina con logica spartitoria di maggioranza ma venga scelta una persona che nel carcere e con i detenuti abbia lavorato sul serio e che possa effettivamente svolgere il ruolo che la legge assegna al Garante. Il grado di civiltà di un paese si giudica dalle sue galere, insegnava Voltaire».

Ma non mancano polemiche in vista di martedì. «Il nuovo avviso pubblico per istituire il garante dei detenuti in Abruzzo, non è stato non solo pubblicizzato dalla Regione Abruzzo, come sarebbe dovuto accadere per un tema così importante, ma solo l'ultimo giorno un concorrente lo ha reso pubblico, il tempo era scaduto», denuncia Giulio Petrilli che ha scontato sei anni di carcere prima dell’assoluzione della Cassazione dall’accusa di essere tra gli organizzatori della banda armata Prima Linea ' per presunte cattive frequentazioni da me avute' e che nei mesi scorsi si è rivolto al Parlamento Europeo in quanto ' vittima di una detenzione ingiusta'. «Avrei voluto chiedere – denuncia sempre Petrilli- dove se ne era venuto a conoscenza. Io personalmente la sera stessa sono andato sul sito delle Regione e non ho trovato nulla e come tanti non ho potuto fare la domanda in quanto il tempo era scaduto. Chi ha concorso dove lo ha appreso?». Petrilli sottolinea infine: «Se hanno deciso già chi nominare avrebbero dovuto avere la coerenza di dare un incarico fiduciario e non inventarsi un avviso pubblico fantasma». Nella lista dei ' papabili', tra tutti spiccano i nomi della pescarese Fiammetta Trisi, dirigente penitenziaria, e dell'avvocato Fabio Nieddu, figura di riferimento della Croce Rossa pescarese. Sono comunque nove in tutto i candidati in corsa. Forse martedì prossimo la regione Abruzzo avrà finalmente un Garante.