Scontro sui migranti. Sulla vicenda Sea Watch 3 s’infiamma lo scontro tra Germania e Italia.

Uno scontro frontale, che vede il capitolo dell’arresto di Carola Rackete come ennesima puntata della contrapposizione tra Roma e Berlino.

E oggetto principale della querelle è la necessità di trovare una soluzione europea al problema degli sbarchi dopo i salvataggi nel Mediterraneo.

Mobilitazione tedesca

La mobilitazione dell’opinione pubblica tedesca ha portato il presidente della Repubblica Frank- Walter Steinmeier a precisare, in un’intervista a Zdf, che «coloro che salvano delle vite non possono essere considerati criminali».

E ancora«l’Italia è uno Stato fondatore dell’Ue, quindi ci si aspetterebbe che un caso del genere sia gestito diversamente».

Ma sono tante le voci che si sono alzate in difesa della capitana.

Come il commissario europeo al Bilancio, il tedesco Guenther Oettinger, che ha lodato il «coraggio» di Carola Rackete.

«Non m’importa delle valutazioni di Salvini - ha sottolineato - Come cittadino d’Europa, ho piena comprensione per questa donna, che secondo me ha agito con coraggio.

E io ho fiducia nella giustizia italiana. Non si tratta di un incidente isolato - ha aggiunto - bisogna trovare una soluzione in Europa almeno per quanto riguarda i rifugiati».

Rilasciate Carola

E il ministro tedesco per lo Sviluppo Gerd Mueller ha chiesto all’Ue di mandare «un chiaro segnale» in favore dell’immediato rilascio di Carola Rackete.

«La capitana della Sea Watch ha agito in una chiara emergenza e per questa ragione mi aspetto che Bruxelles mandi un chiaro segnale per chiedere il suo immediato rilascio».

Si invita poi la Ue a concordare nuove regole sul salvataggio in mare.

Non è successo niente dopo la sospensione dell’operazione Sophia contro il traffico di migranti nel Mediterraneo.

La causa nelle divergenze fra gli Stati membri dell’Ue.

La situazione è «insostenibile», considerato che oltre 600 persone sono annegate quest’anno nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.

Maas vs Salvini

Ma è stato anche il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas a chiedere di «non criminalizzare» chi salva i migranti in mare.

«Dal nostro punto di vista, secondo un procedimento basata sullo Stato di diritto, può esservi solo la liberazione di Carola Rackete».

Parole alle quali ha replicato Salvini, che ha chiesto al capo dello Stato tedesco «di occuparsi di ciò che accade in Germania e, possibilmente, di invitare i suoi concittadini a evitare di infrangere le leggi italiane».

Ma neanche al premier Conte, che domenica ha parlato di «un ricatto politico messo in atto attraverso l’uso strumentale della vita di 40 persone».

Caso Thyssen

E per ripagare la Germania con la stessa moneta ha tirato in ballo il caso Thyssen, vicenda che da anni vede contrapposti Germania a Italia.

«Se la cancelliera mi chiederà della Sea Watch - aveva detto il premier - può essere l’occasione per chiedere a che punto è l’esecuzione della pena dei due manager della Thyssen condannati in Italia con regolare processo che si è esaurito in tutti i gradi di giudizio».

La polemica riguarda l’esecutività delle condanne inflitte ai due manager della Thyssen per l’esplosione del 6 dicembre 2007 a Torino, che causò la morte di sette operai.

Una storia che va avanti da anni e per la quale solo a febbraio il tribunale di Essen ha dichiarato ammissibile l’esecuzione delle sentenze di condanna.

Tuttavia, dato che i due manager impugnato la decisione, non potranno essere arrestati prima che si pronunci un’ulteriore corte d’appello.

Ma a Maas ha replicato anche l’omologo italiano Enzo Moavero Milanesi, che ha ricordato - così come Conte alla cancelliera Angela Merkel, l’indipendenza della magistratura italiana dal governo.

Ma i due ministri hanno discusso anche della distribuzione dei migranti, per la quale Moavero ha ricordato che l’Italia è favorevole a una soluzione che preveda una ripartizione equa fra gli Stati dell’Unione di tutti gli oneri collegati ai flussi di migranti, a prescindere dalle ragioni.

Mattarella: abbassare i toni

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invece chiesto a tutti di abbassare i toni.

Il caso della ong e l’arresto di Rackete, ha spiegato, «non possono mettere in discussione la solida amicizia tra Italia e Germania».

Mattarella ha anche chiesto all’Ue di affrontare nel suo complesso il fenomeno migratorio, «inarrestabile se non governato con intelligenza e collegialmente dall’Europa in collaborazione con i Paesi dell’Africa da cui questi flussi migratori nascono.

L’Unione deve fare suo questo problema in maniera completa, sistemica, complessiva, razionale perché nessun Paese da solo - ha concluso - può governare un fenomeno di questa portata».