La Capitana Carola finisce ai domiciliari L'Europa con Carola. Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, esulta ancora dopo l'arresto della capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete. L'attivista Sea Watch portata in commissariato subito dopo lo sbarco è attualmente ai domiciliari a Lampedusa in attesa che siano formalizzate le accuse: "Giustizia è stata fatta".

Liberate la capitana

Gli altri stati europei, che hanno seguito da vicino l'odissea della nave coi 43 migranti a bordo e il divieto di sbarco imposto dal governo, ora chiedono che venga liberata. Cinque paesi europei avevano dato la disponibilità al nostro ministro degli Esteri, Moavero Milanese, di accogliere gli sbarcati. Ora stigmatizzano l'atteggiamento del governo italiano. Intanto il ministro degli Esteri lussemburghese Jean Asselborn ha chiesto direttamente l'intervento di Moavero Milanese. «Caro Enzo - dice Asselborn-, vorrei sollecitare il tuo aiuto perché Carola Rackete, che era in obbligo di far sbarcare 40 migranti a Lampedusa, sia rimessa in libertà». E aggiunge: «Salvare vite umane è un dovere e non potrà mai essere un delitto o un reato; non salvarle, al contrario, lo è».

La posizione tedesca

La stessa posizione di biasimo è stata assunta anche dalla Germania, stato di provenienza di Rackete. Il ministro tedesco degli Esteri, Heiko Mass, ha commentato: «Salvare le vite umane è un dovere umanitario». Soccorrere vite umane in mare non può essere criminalizzato. Tocca alla giustizia italiana ora chiarire le accuse». «Dal nostro punto di vista una procedura nell'ambito dello stato di diritto può portare soltanto al rilascio di Carola Rackete», scrive su Facebook il capo della diplomazia di Berlino. Poi sottolinea: «il mercanteggiamento a livello europeo sulla distribuzione dei rifugiati è indegno e deve finire».

Scontro con l'Europa

Tutti gli stati si sono detti solidali con l'Italia, ma la distanza sempre più incolmabile riguarda le modalità con cui il nostro paese sta gestendo gli sbarchi delle Ong. Quelli dei naufraghi non salvati dalle ong ma che raggiungono da soli la costa non sono fermati. Salvini, però, tira dritto e attacca in particolare la Francia. «L’Italia non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare » dice il leadre leghista. «Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani».

Solidarietà in rete

Anche in rete cresce il movimento in favore della capitana. Nuovi gruppi  si stanno organizzando per aiutare nel pagamento delle spese legali (quello italiano ha già raccolto più di 200mila euro). Le Ong sono tutte schierate in favore della giovane tedesca.

La proposta Di Maio

Sul blog delle Stelle intanto fa discutere la proposta di Di Maio che vorrebbe acquisire indefinitivamente le navi ong sequestrate. «Se entri nelle nostre acque violando la legge - ha scritto il vicepremier -, perdi definitivamente l’imbarcazione, senza attenuanti e multe che incidono ben poco». «Se forze armate, capitaneria o corpi di polizia lo vorranno daremo a loro le navi confiscate» conclude Di Maio.