Ha fatto bene o no la “capitana” della Sea- Watch 3 a forzare il blocco? La risposta mette in conto ragioni etiche, umanitarie, giuridiche. A mio avviso è negativa, seppur tra mille cautele e distinguo e senza in nessun caso avallare scelte sull’immigrazione che ripugnano nei modi e negli obiettivi. Ma altresì sapendo che se sono legittime, possono essere contestate a grandissima voce, ma vanno comunque rispettate.

Voler contrapporre necessità a legalità conduce su un sentiero tortuoso, impervio e alla fine sbarrato dall’azione del più forte. In molti, a proposito di questa vicenda - pur se non sempre con cognizione di causa - hanno invocato la vicenda di Antigone. Nel dramma scritto da Sofocle, ci sono i germi del conflitto tra chi, da un parte, osserva la legge divina e i valori universali che ne derivano e, all’opposto, i dettami del potere dispotico che invece li nega volendo assoggettare tutti alle sue volontà.

È esattamente il tipo di conflitto che l’umanità ha provato a risolvere attraverso la definizione dello Stato di diritto, cioè di un sistema imperfetto come è la democrazia, che tuttavia rimane il migliore finora escogitato. In questo perimetro ideale e sociale, la difesa della legalità è elemento preminente ed è volta a salvaguardare i più deboli dalle prepotenze degli illiberali. Le leggi e le disposizioni - tutte: quelle che ci piacciono e le altre - se adottate nell’ambito del corretto circuito democratico che prevede il vaglio del Parlamento e la promulgazione del Colle, sono legittime e vanno osservate.

Se non è così, salta il principio di legalità e salta pure lo Stato di diritto. E’ vero che i codici - nel caso si tratti di tutelare un bene superiore: ad esempio la sopravvivenza - prevedono l’esimente della situazione di necessità. Ma anche quella fattispecie va maneggiata fuori dell’ambito della soggettività. La disobbedienza civile, quel “ribellarsi è giusto”, producono moti dell’animo in tanti casi nobili. Però sottrarsi all’imperio della legge non sempre è sinonimo di giustizia. Più spesso di dissennatezza.