La pugnalata era partita dai ranghi del Movimento 5 Stelle, ma a dare il colpo di grazia sono stati Pd e Leu. Così, la maggioranza si spacca nel voto in commissione di Vigilianza sulla Rai e approva - voto contrario solo di Lega e Fratelli d’Italia - la risoluzione sull’incompatibilità del doppio incarico di Marcello Foa come presidente della Rai e della controllata Rai-Com: favorevoli 21, contrari 9, astenuti 4.

La decisione della commissione di Vigilanza, in realtà, non è vincolante ai fini del mantenimento dell’incarico, ma il segnale politico è arrivato forte e chiaro. E, subito dopo il riuscito golpe, il Pd ha chiesto le dimissioni di Foa. Il capogruppo dem, Davide Faraone, ha chiesto che «Foa prenda atto del voto e si dimetta, incapace di guidare la Rai».

Più realisticamente, Michele Anzaldi ha invece sottolineato che «La Vigilanza Rai sfiducia Foa. Grazie al Pd i M5S fanno esprimere l’intera commissione e viene messa fine a una delle numerose illegalità di questa Rai. Ora l’azienda si adegui rapidamente» ma ha dichiarato che, se Foa non si adeguerà presentando le sue dimissioni da RaiCom, presenterà ricorso al Tar.

Se gli attacchi da parte dei dem erano attesi, in una accesa dialettica tra maggioranza e opposizione come quella che ha sempre caratterizzato la Vigilanza Rai, più significativi sono invece i commenti da parte dei pentastellati, in particolare quelle di Gianluigi Paragone, giornalista e vicinissimo alla Casaleggio associati, che ha sottolineato come non ci sia «Nessuna spaccatura politica e nessuna doppia lettura su questo voto in Vigilanza», ma «Abbiamo con coerenza posto all’attenzione del Cda della Rai l’inopportunità e l’incompatibilità della doppia presidenza in capo a Marcello Foa di Rai e RaiCom.

Speriamo ora che lo stesso Foa e il Cda prendano le dovute decisioni in merito». In pratica, le dimissioni da RaiCom di Foa sono assolutamente necessarie, perchè si ricucia lo strappo coi grillini.

Eppure, si sprecano le letture politiche di quello che viene percepito come un traumatico incidente - per altro deliberatamente provocato dai 5 Stelle - e le sue conseguenze per i già tesi rapporti in maggioranza. In particolare Forza Italia, che da tempo ribadisce la necessità per la Lega di staccarsi dall’alleato grillino, ha scelto di astenersi al voto ma lo ha definito «L’ennesima prova della naturale incompatibilità tra Lega e M5S» e sottolineato che la risoluzione «impone la cacciata di Marcello Foa da RaiCom. Possiamo dare ufficialmente il benvenuto all’alleanza di Governo tra PD e grillini».

I parlamentari forzisti hanno evidenziato come «la cacciata di Foa urbi et orbi da Raicom proposta dai 5Stelle è stata fortemente sostenuta dal Partito democratico. Astenendosi sulla risoluzione anti- Foa, Forza Italia ha dimostrato concretamente che solo unito il centrodestra può rappresentare l’unica vera alternativa alla deriva pentastellata e ad una giunta Zingaretti in salsa nazionale».

Pur avendo votato contro, anche Fratelli d’Italia converge sull’interpretazione dei forzisti: Daniela Santanchè e Federico Mollicone hanno parlato di «nuova maggioranza targata M5S e Pd ufficialmente nata». Secondo i due, quello di ieri è «un fatto grave che conferma come questo governo non abbia più una maggioranza, dilaniata dai contrasti interni che ormai non riguardano soltanto le scelte economiche e strategiche della Nazione.

Fratelli d’Italia ha votato contro la mozione perchè i pareri giunti in Vigilanza garantivano la piena legittimità dell’assunzione dei due incarichi da parte del presidente Foa. Quella del M5S era semplicemente una strumentalizzazio-ne o una “ripicca”, ma niente a che vedere con il merito.

Ci auguriamo che adesso la Lega metta fine a questo governo che tanto male sta facendo all’Italia e agli italiani».

Dopo la risoluzione, anche i vertici della Rai hanno preso posizione con uno stringato comunicato stampa, prendendo atto del voto e, «pur convinti della correttezza del proprio operato» rimandano al prossimo consiglio di amministrazione «tutte le valutazioni conseguenti».

A mancare, per ora, è solo la voce del diretto interessato. Marcello Foa, investito da un voto che suona come una sfiducia e che contribuisce ad alterare gli equilibri tra i due partiti di maggioranza, ha scelto di rimanere in silenzio: non ha commentato la bocciatura, ma non ha nemmeno fatto sapere se presenterà o meno le proprie dimissioni da RaiCom. Proprio su questo, potrebbe consumarsi una rottura politica di proporzioni ancora maggiori: se Foa decidesse di andare contro la Vigilanza, esasperando una situazione esplosiva in uno dei luoghi chiave per il governo.