L’ex presidente egiziano Mohamed Morsi è stato sepolto in tutta fretta ieri, all’alba, nella zona orientale della capitale il Cairo, a Nasr City. I familiari, circondati da un spiegamento di forze di polizia, hanno solo potuto assistere ai funerali che si sono svolti presso l’ospedale del carcere di Tora nel quale era detenuto dal 2013. Secondo quanto riferisce il figlio Amri alla stampa internazionale, le autorità hanno negato il permesso a seppellire nella terra natale di Morsi, nel governatorato di Sharqiyya, nord del Cairo.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, tramite il suo portavoce Rupert Colville, da Ginevra ha chiesto che venga aperta un’inchiesta condotta da un’autorità indipendente sulle circostanze della morte. Le autorità egiziane vantano infatti una terribile storia di detenzione di prigionieri in isolamento per lunghi periodi di tempo e in condizioni limite, così come di maltrattamenti e torture nei confronti dei detenuti.

Diverse organizzazioni per i diritti umani hanno fortemente criticato in questi anni il regime di isolamento al quale è stato sottoposto Morsi, in sei anni di carcere ha potuto ricevere visite dei suoi familiari solo tre volte da quanto riferisce Amnesty International. Particolarmente dura la posizione turca, il presidente Recep Erdogan ha attaccato l’Occidente «rimasto a guardare mentre l’ex presidente egiziano Mohammed Morsi veniva deposto, torturato in carcere per sei anni e poi ucciso».

Ma è tutto il Medioriente schierato con i Fratelli Musulmani a far sentire la sua voce, a partire dall’emiro del Qatar al- Thani che ha inviato le sue condoglianze alla famiglia di Morsi, così come c’è da registrare l’accusa del capo dell’Alto Consiglio di Stato libico, al- Mishri, che ha parlato di «un’operazione di assassinio che dura da anni, iniziata con il golpe contro l’amministrazione legittima, è proseguita confinandolo in una cella in isolamento e alla fine è terminata con la privazione dei suoi diritti fondamentali, comprese le cure mediche».

L’ex leader dei Fratelli Musulmani aveva 67 anni, era stato deposto dopo una presidenza durata appena un anno dal colpo di Stato militare che ha portato al potere il ministro della Difesa Abdel Fattah al Sisi. Si teme ora che l’Egitto possa essere scosso da un’ondata di manifestazioni di piazza e da possibili attentati.

Diramata l’allerta generale, anche se al momento la situazione al Cairo appare tranquilla. Morsi è tuttora considerato un martire dai Fratelli Musulmani ed è già partito l’invito a protestare davanti le ambasciate egiziane nel mondo. Migliaia di fedeli musulmani si sono riuniti ieri nella moschea di Fatih a Istanbul per una preghiera collettiva organizzata dal Direttorio per gli Affari religiosi.