In casa 5Stelle nessuno si sente di esporsi troppo su un tema delicato come le intercettazioni a cui la Lega vorrebbe metter mano. L’argomento è parecchio delicato per gli equilibri di maggioranza, e nessuno osa rilasciare dichiarazioni senza essersi prima confrontato col titolare della “patata bollente”, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. «Meglio se ci risentiamo domani», è la risposta che ci ripetono un tutti gli esponenti pentastellati che proviamo a contattare. Tranne Francesca Businarolo, presidente della commissione Giustizia alla Camera, che qualche battuta ce la concede.

Divieto assoluto di diffusione di ciò che attiene alla vita privata delle persone. È questa, in estrema sintesi, la riforma delle intercettazioni a cui pensa la Lega. Il Movimento 5 Stelle sarebbe disponibili a un confronto con l'alleato su questo tema?

Sono tutti temi sensibili che ri- chiedono un approfondimento e una disciplina, il confronto è il benvenuto.

Il ministro Bonafede ritiene che la libertà d'informazione non possa essere limitata e che l'unico confine sia già tracciato dalla legge sul diritto alla privacy. Non crede che però serva un modo più efficace per impedire almeno la diffusione di contenuti penalmente irrilevanti?

Esistono già le norme, ha ragione il ministro ad insistere su questo. Tutto ciò che è d’interesse pubblico, che la gente ha diritto di sapere, va pubblicato. La vita privata delle persone non rientra in questa categoria, come non rientrano le ricostruzioni artificiose in cui i giornalisti non verificano le informazioni.

Responsabilizzare maggiormente sul tema i capi delle Procure potrebbe essere una soluzione alla diffusione di contenuti non rilevanti?

Sono già responsabili, semmai occorre che la magistratura si “ricomponga”… quello che sta accadendo racconta di un potere dello Stato che deve riorganizzarsi e rinnovarsi.

Venerdì il Guardasigilli ha convocato il tavolo di lavoro per la riforma delle intercettazioni. C'è da aspettarsi qualche ripercussione sulla tenuta della maggioranza?

Per quel che posso dire io oggi non direi proprio.

Un'ultima domanda sul Csm. Per il capo politico del Movimento, lo scandalo metterebbe in luce una sorta di «P2 del Pd». Non crede però che oltre a una parte di Partito democratico a uscirne acciaccata da tutta questa vicenda sia proprio la magistratura?

Non c’è dubbio, ma perché Zingaretti è stato così morbido con Lotti?