California, Maine e Hawaii si sono aggiunti lunedí al folto gruppo ( piú di quaranta stati e milleseicento municipi) di querelanti del gigante farmaceutico americano Purdue Pharma. É la piú grande denuncia pubblica contro una compagnia farmaceutica mai avvenuta negli Usa, paragonabile solo alle campagne contro le multinazionali di tabacco.

L’accusa é di aver lucrato sulle vite di centinaia di migliaia di americani per aver immesso sul mercato un analgesico, l’OxyContin, che serviva esattamente a creare dipedenza nei pazienti per aumentarne le vendite. Ma il farmaco non generava solo dipendenza, ma persino morte per overdose. Si stima che ogni anno circa 50mila americani muoiano per overdose da oppiacei, e l’OxyContin é l’oppiaceo legale piú utilizzato: 4 consumatori di eroina su 5 hanno iniziato proprio con questo prodotto. «La vendita e la pubblicitá deliberata e ingannevole della Purdue Pharma», ha dichiarato il Procuratore Generale della California Xavier Becerra, «ha sacrificato il benessere dei californiani in cambio di profitti per miliardi di dollari, incrementando una crisi nazionale, quella delle morti da oppiacei, senza precedenti».

L’OxyContin nasce nel 1996 per una necessità finanziaria della Purdue Pharma. Il suo farmaco precedente infatti stava per perdere la licenza. Allora la famiglia di multimilionari Sackler, a capo tutt’oggi della Purdue Pharma, brevettó un prodotto nuovo in grado di sbaragliare ogni altro analgesico generico sul mercato. Un analgesico a base di ossicodone puro, un oppiaceo piú potente della morfina. Lo slogan era “vivi 12 ore senza dolore”, ed era diretto a qualsiasi tipologia di paziente, dalla casalinga con il mal di schiena allo sportivo che deve recuperarsi da un infortunio.

L’OxyContin fu ritenuto idoneo dalla Food and Drug Administration ( FDA), molti affermano che fu dato il beneplacito senza le dovute analisi cliniche, e in cinque anni divenne l’antidolorifico numero uno d’America, con un ricavo di piú di mille milioni di dollari annui.

Storica famiglia di Brooklyn, i Sackler, medici, scienziati e filantropi celebri per il loro mecenatismo artistico in favore dei piú prestigiosi musei americani e del mondo, hanno rigettato le prime denunce dando la colpa alle condotte amorali e all’uso sbagliato che ne facevano i propri clienti, etichettandoli come “criminali impudenti” e riparandosi dietro al brevetto che la FDA le aveva concesso.

Ma giá una decina di anni fa dovettero pagare 634 milioni di dollari per risolvere una azione legale con le autoritá federali.

Oggi, sembra, le cose stanno decadendo drasticamente per la Purdue Pharma e la famiglia Sackler.

Qualche mese fa il New York Times rese pubblica un’inchiesta della Procura di New York chiamata “Tango Project”. Secondo il Procuratore Federale di New York infatti non solo la Purdue Pharma aveva immesso sul mercato un analgesico dagli effetti potenzialmente mortali senza minimamente informare i suoi clienti, ma aveva piú tardi messo in vendita un controprodotto che serviva ad attenuare la dipendenza da OxyContin. Se la cantavano e se la suonavano da soli. E inoltre, visti gli ultimi 270 milioni che la compagnia farmaceutica ha pagato in un patto giudiziario con lo stato dell’Oklahoma qualche mese fa, adesso il colosso ha dichiarato bancarotta per evitare le altre migliaia di denunce. Ma come sembra risultare dall’inchiesta della Procura di New York, e come ci si aspetterebbe da ogni filantropo imprenditore multimilionario che si rispetti, stanno spuntando decine e decine di società offshore nascoste in giro per il mondo. «Richard, qualcuno ha provato a vendere l’OxyContin a mia figlia, nelle aule di scuola», scrive in una mail un anestesiologo e amico intimo di Richard Sackler nel gennaio del 2002, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. “Le ho chiesto di dirmi se sa di che si tratta, che cosa sa dell’OxyContin. Non ho mai parlato della tua compagnia in sua presenza. La risposta di mia figlia é stata: é una droga sintetica, simile all’eroina. Odio dire questo Richard, ma potresti diventare il Pablo Escobar del terzo millennio”. Se tutto procede come dovrebbe, la causa civile collettiva piú grande mai intrapresa contro una compagnia farmaceutica, dovrebbe avere luogo a ottobre, alla Corte Federale dell’Ohio.