C'e' chi ha fornito un pasto caldo e le bottigliette d'acqua, chi i piatti, i bicchieri e le posate, chi ha donato loro scarpe e cappellini. Singoli cittadini, volontari, commercianti, rappresentanti di associazioni, amministratori locali: insieme si sono resi protagonisti di una gara di solidarietà per assistere e rifocillare oltre 70 migranti di probabile nazionalità pakistana sbarcati oggi sulla spiaggia di Torre Colimena, marina di Manduria. La maggior parte dei migranti è apparsa in buone condizioni di salute, solo alcuni presentavano piccole escoriazioni e ustioni alle mani e ai piedi. Erano stati visti camminare sul litorale, dove erano stati lasciati poco prima da una imbarcazione che si e' subito allontanata. Si muovevano a gruppetti: tutti uomini adulti e qualche minorenne. In serata, due ucraini sono stati fermati dai carabinieri per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Gli investigatori sono entrati anche in possesso di un video che ha consentito di identificarli come i presunti scafisti. Proprio a Manduria, dove e' avvenuto lo sbarco, nel marzo del 2011, fu allestita una tendopoli nell'aeroporto militare dismesso, per far fronte all'emergenza migranti a Lampedusa. Questa volta i migranti pakistani sono stati accompagnati temporaneamente nel campo sportivo della vicina Avetrana, messo a disposizione dall'amministrazione comunale. A coordinare le operazioni di accoglienza sono stati il vice sindaco Alessandro Scarciglia e il consigliere comunale Emanuele Micelli. In paese e' subito scattata una gara di solidarietà. "Abbiamo provveduto immediatamente - ha spiegato il vice sindaco - a fornire ai cittadini extracomunitari acqua, latte e pane". Alcuni ristoranti hanno offerto un pasto caldo e un negozio di casalinghi ha fornito piatti, bicchieri e posate. "Inoltre, abbiamo provveduto - ha precisato Scarciglia - a donare qualche paio di scarpe a qualcuno, pochi in realta', che ne era sprovvisto". In seguito i migranti sono stati affidati ai funzionari di Frontex e, su disposizione della Prefettura, trasferiti a Taranto per l'identificazione. Secondo l'associazione Marco Pannella "l'hotspot di Taranto non puo', sia per caratteristiche strutturali che per l'ubicazione sotto i nastri trasportatori Ilva, ospitare nessuno per piu' di 48 ore. Il guaio ora e' che il ministro dell'Interno Salvini ha chiuso tutte le altre strutture di accoglienza diffusa". Il responsabile del Viminale, attacca l'associazione, "pensa di poter risolvere a furia di circolari amministrative, un fenomeno mondiale. E l'accoglienza straordinaria, gratuita e spontanea, offerta da alcuni liberi cittadini di Avetrana, dimostra che c'e' un paese pronto all'accoglienza per solidarieta' e non per business".