La condizione dei bambini del mondo continua ad essere preoccupante nonostante i progressi. Ad uno su tre ( 690 milioni) l’infanzia viene di fatto negata a causa di morti premature per malattie curabili, cibo insufficiente per vincere la malnutrizione, impossibilità di studiare e di frequentare una scuola, lavoro minorile, matrimoni precoci.

Lo denuncia l’organizzazione umanitaria Save the Children in vista della Giornata internazionale dei bambini, presentando il suo terzo rapporto annuale, dove si evidenzia la presenza di qualche luce, ma accanto ad ancora troppe ombre.

Quest’anno il rapporto infatti si sofferma sui progressi significativi compiuti negli ultimi 20 anni per tutelare i diritti dei bambini. Nel 2000, si legge, i minori derubati della propria infanzia erano 970 milioni, un numero che oggi si è ridotto di 280 milioni.

E così in diversi campi qualche passo avanti c’è stato. Ad esempio rispetto al 2000 si registrano 4,4 milioni di morti infantili all’anno in meno; il numero di bambini colpiti dalla malnutrizione è sceso di 49 milioni; si contano 115 milioni di bambini in meno tagliati fuori dall’educazione e 94 milioni in meno coinvolti in varie forme di lavoro minorile. E ancora, rispetto a venti anni fa, il numero di spose bambine si è ridotto di 10 milioni e quello delle gravidanze precoci di 3 milioni. Sierra Leone, Ruanda, Etiopia e Niger i Paesi al mondo che hanno fatto registrare i maggiori progressi in termini di tutela dell’infanzia.

La Repubblica Centrafricana è invece il Paese al mondo dove le condizioni di vita per i bambini sono le peggiori; a seguire Niger e Ciad. Dieci Stati africani, di cui 6 colpiti da conflitti, occupano gli ultimi dieci posti della classifica. Il primato dei Paesi più a misura di bambino spetta invece a Singapore, seguito da Svezia e Finlandia, con l’Italia all’ottavo posto in graduatoria, peggio solo di Irlanda, Germania, Slovenia e Norvegia, oltre che dei tre sul podio, sebbene nel nostro Paese oggi si contino 1,2 milioni di minori in povertà assoluta.

Tra i peggioramenti evidenti, le condizioni dei bambini coinvolti nelle aree di conflitto. Nel 2016 in guerra sono stati uccisi 53.000 bambini, di cui il 64% in Medio Oriente e Nord Africa. Non a caso la Siria con Venezuela e Trinidad e Tobago costituisce il gruppo degli unici tre Paesi al mondo dove le condizioni di vita per i bambini, negli ultimi 20 anni, non hanno subito alcun tipo di miglioramento, con lo Yemen che si segnala invece per le forti difficoltà nel reperire dati aggiornati, a causa del devastante conflitto in corso nel paese ormai dal 2015. Nel complesso, nel mondo 31 milioni di minori oggi sono costretti a fuggire dalle proprie case nel tentativo di mettere in salvo di combattimenti la propria vita. Inoltre ogni giorno, nel mondo, 15 mila bambini perdono la vita prima di compiere i 5 anni. Tra le cause principali la polmonite, che solo nel 2017 ha provocato la morte di oltre 800 mila bambini. Circa 1 bambino su 4 sotto i 5 anni, inoltre, risulta attualmente affetto da malnutrizione. I passi avanti dunque ci sono, ma il cammino è davvero lungo.