"Accetto le dimissioni di Edoardo Rixi e lo faccio per il bene del governo". Stavolta il ministro dell'interno Matteo Salvini dà subito semaforo verde ed evita all'esecutivo un nuovo, sfibrante "caso Siri". Appena saputo della condanna a tre anni e cinque mesi del "suo" viceministro, il leader leghista ha dato sì il suo beneplacito alle dimissioni ma ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa: dalla "disastrosa" gestione di Roma da parte di Virginia Raggi, all'attacco ai giiudici "che condannano a pochi anni  assassini e spacciatori e ne danno ben tre anni un politico che forse ha rendicontato male le sue spese anni fa". Insomma, Salvini, accetadando le dimissioni di Siri in tempi record, evita di farsi cuocere a fuoco lento dalla propaganda grillina ma, nello stesso tempo, incassa un pagherò che faraà valere sulla Tav e il decreto sicurezza.