Chi farà da navigator ai navigator? Difficile trovare una risposta a questa domanda finché i precari di Anpal servizi, da giorni in stato d'agitazione, non sapranno qualcosa in più sul loro futuro. La società è partecipata al 100 totalmente da Anpal, l'Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro sotto il controllo del ministero guidato da Luigi Di Maio, ma su oltre mille dipendenti, ben 654 sono assunti con contratti a tempo determinato o di collaborazione. E per alcuni di loro la scadenza arriverà a brevissimo: tredici persone potrebbero rimanere in mezzo a una strada già dalla fine di maggio.

Poco male, si potrebbe obiettare, sono cose che accadono in gran parte delle aziende italiane. E per fortuna, oltre al normale sussidio di disoccupazione, il governo del cambiamento ha anche introdotto nuovi strumenti di welfare, come il reddito di cittadinanza. Ed è proprio qui, però, che oltre al danno arriva la beffa. Perché tra i compiti dei tanti precari di Anpal Servizi spunta proprio la formazione dei navigator, le nuove figure che dovranno supportare gli operatori dei Centri per l'impiego nella definizione e qualificazione del piano personalizzato previsto per i beneficiari del reddito di cittadinanza.

E invece di assorbire le professionalità già formate e presenti in Anpal Servizi, il ministero del Lavoro ha optato per un'altra strada: bandire un nuovo concorso su base regionale per coprire fino tremila nuove posizioni. Precarie anche quelle, s'intende, con contratti di soli due anni. Ma per chi vive una situazione di incertezza lavorativa ed economica, altri 24 mesi di stipendio avrebbero fatto comodo.

«Il ministro Di Maio ha sempre parlato di lotta al precariato», ci spiega Gabriella Orlando, segretaria della Rsa Fisac- Cgil, «non si capisce allora perché abbiano deciso di indire un nuovo bando prima di assorbire i 654 lavoratori precari di Anpal Servizi. Per questo parlare di 3 mila nuove assunzioni per i navigator sembra solo una mossa propagandistica».

Per questo Cgil, Cisl e Uil, dopo innumerevoli tentativi di aprire una trattativa al ministero, hanno deciso di passare ai fatti, incrociando le braccia. Uno sciopero di otto ore, con conseguente il blocco totale delle attività di assistenza tecnica ai centri per l’impiego sul reddito di cittadinanza, è stato indetto oggi sai sindacati in risposta al «silenzio del presidente (di Anpal, ndr) Mimmo Parisi sull’insostenibile condizione di precarietà interna all’azienda che dirige», spiega in una nota il coordinamento nazionale dei essere operativi prima di settembre, visto che inizieranno ad essere contrattualizzati a fine giugno e che dovranno affrontare un necessario percorso di formazione», dicono ancora i sindacati.

«In questo quadro di estrema incertezza, l’erogazione dei servizi connessi al Rdc non potrà che ricadere sul personale sottodimensionato dei centri per l'impiego e sui precari di Anpal Servizi», ricorda il coordinamento dei precari. Dunque, la richiesta di Cgil, Cisl e Uil è dunque semplicissima: «Se le competenze degli operatori sono strategiche per l’implementazione del Rdc, perché Parisi non si impegna pubblicamente a favore delle stabilizzazioni?», chiedono infine sindacati. La domanda per ora rimane inevasa. Forse con lo sciopero di oggi qualcuno si accorgerà del paradosso in cui son caduti lavoratori e ministero.