Stelle e Lega non sono ormai più sulle stesse frequenze: ieri, a dividerli nuovamente ci ha pensato infatti il mancato rinnovo della convenzione a Radio Radicale. Durante la mattinata, nel corso dell’audizione in commissione di Vigilanza Rai, il pentastellato sottosegretario all’Editoria Vito Crimi ha dichiarato che “personalmente ritengo che come governo abbiamo tenuto, e continuiamo a tenere la posizione che non debba prorogarsi”.

Nel primo pomeriggio la replica a distanza del ministro dell’Interno Matteo Salvini il quale ha invece detto che “è un peccato cancellarla con un tratto di penna”, aggiungendo che “non ne faccio una questione politica, io difendo la libertà di parola di tutti, anche di Radio Radicale”.

Immediata la risposta del comitato di redazione dell’emittente: “Per tentare di giustificare questa decisione il sottosegretario ha descritto una realtà che non corrisponde ai dati oggettivi eludendo le due questioni principali su cui il governo continua a non rispondere: perché porre fine ad un servizio pubblico di interesse generale riconosciuto dall'Agcom e dalla gran parte del mondo politico, accademico, della cultura, dell'informazione e della società civile; quale sarà il destino degli oltre cento giornalisti, tecnici, archivisti, amministrativi, dipendenti delle società esterne che perderanno il posto di lavoro”.

Non si sono fatte attendere neanche le reazioni di molti esponenti parlamentari delle opposizioni che da mesi stanno cercando, con mozioni ed emendamenti, di scongiurare la chiusura di Radio Radicale. Per Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, le dichiarazioni di Crimi “confermano la pericolosa deriva di questo governo: sbagliare è umano, perseverare in questo caso è profondamente illiberale”. Secondo la leader di Più Europa Emma Bonino “una voce critica e libera viene spenta a pochi giorni dalle Europee: una coincidenza temporale inquietante, perfettamente coerente con questi tempi cupi. Inaccettabile”. Per il deputato del Pd Luca Lotti, ex Sottosegretario all'Editoria, “il sottosegretario Crimi è come Ponzio Pilato. Oggi dichiara che la questione Radio Radicale non è competenza del suo Dipartimento ma del Mise?». Il governo non ha evidentemente una linea, nonostante le aperture di alcuni componenti della maggioranza”. Tra questi il senatore del M5s Primo Di Nicola che chiede all’esecutivo di valutare la proroga trattandosi per Radio Radicale “di un servizio pubblico dato in affidamento e che la Rai non è attualmente in grado di coprire”.

Intanto da fonti di via Bellerio, in serata, arriva la notizia che la Lega presenterà un emendamento al decreto crescita in discussione al Senato per salvare Radio Radicale. Chiedendo che venga garantito un finanziamento di 3 milioni e mezzo.