Forze speciali francesi in azione nel Sahel, la fascia della regione sahariana occidentale diventata uno dei punti più caldi della lotta al terrorismo jihadista. I commando di Parigi (che nella regione ha una rilevante presenza militare) sono intervenuti nella notte nel nord del Burkina Faso riuscendo a liberare quattro occidentali che erano tenuti in ostaggio.

Due ufficiali delle forze speciali della Marina, Cédric de Pierrepont e Alain Bertoncello, sono rimasti uccisi nell’azione, mentre non è noto il numero delle eventuali perdite fra i rapitori. Due dei quattro ostaggi erano turisti francesi - Patrick Picque e Laurent Lassimouillas - che il primo maggio non avevano fatto ritorno in albergo dopo un safari in una riserva naturale nel nord del Benin, vicino alla frontiera con il Burkina Faso.

Il corpo del loro autista, cittadino del Benin, sarebbe stato ritrovato pochi giorni dopo. Gli altri due ostaggi liberati sono una cittadina americana e una sudcoreana. Durante i giorni di ricerca, il ministero degli Esteri francese aveva precisato che le ricerche si tenevano a ritmo serrato e «il centro di crisi, in collaborazione con la nostra ambasciata nel Paese sono stati mobilitati, supportati dalle autorità locali».

Il presidente francese, Emmanuel Macron si è congratulato con i militari «per la liberazione dei quattro ostaggi nel Sahel», ha espresso la tristezza «per il sacrificio dei nostri militari che hanno dato la vita per salvare i nostri concittadini», e si è associato al sollievo delle famiglie dei rapiti in vista di un prossimo rientro in Francia.

Burkina Faso e Benin, come gli altri Paesi di questa regione, non sono più Paesi relativamente tranquilli e stabili, ma stanno subendo un’offensiva jihadista collegata anche a quanto avviene in altri Paesi vicini come il Mali e il Niger, e in parte la Nigeria.

Proprio in Burkina Faso è scomparso dallo scorso 15 dicembre Luca Tacchetto, 30enne di Vigonza, insieme all’amica canadese Edith Blais. Di loro non si hanno più notizie, anche se il 18 gennaio il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha detto che Ottawa aveva ragioni per credere che la 34enne fosse ancora viva. Il Burkina Faso poi è stato nei giorni scorsi anche il teatro di alcuni violenti e mortali attacchi contro chiese cristiane, e persino Abu Bakr al Baghdadi – il “califfo” dell’Isis – nel video che lo mostra dopo tanti anni ha citato proprio il Burkina Faso e altri Paesi del Sahel come fronte della lotta contro gli occidentali e i loro alleati.